Port Royal, Logica di
Port Royal, Logica di opera filosofica (intitolata in realtà La logica e l’arte di pensare) dei teologi e filosofi giansenisti francesi Antoine Arnauld (1612-1694) e Pierre Nicole (1625-1695), pubblicata per la prima volta nel 1662 e passata successivamente attraverso sei edizioni, durante la vita dei suoi autori, a testimonianza del grande successo incontrato. L’opera esercitò una profonda e durevole influenza sul pensiero filosofico e scientifico europeo anche nei secoli successivi. In realtà non è un trattato di logica, né nel senso moderno del termine, né nel senso della tradizione medievale. È invece un testo caratteristico della reazione contro la concezione tardo-scolastica del rapporto tra logica, identificata con la sillogistica aristotelica e i suoi sviluppi, e metodo scientifico. Questa reazione che era maturata soprattutto in Francia e in Inghilterra tra la fine del secolo xvi e l’inizio del successivo e che accomunò pensatori, filosofi e scienziati quali F. Bacone, P. Gassendi, R. Descartes, B. Pascal e J. Locke, intendeva soprattutto denunciare l’inefficacia euristica dei metodi sillogistici, dal punto di vista di una epistemologia che privilegiava la scoperta sulla sistemazione della conoscenza e l’intuizione sulla deduzione. Coerentemente con queste scelte epistemologiche, la logica di Port-Royal è esplicitamente diretta al perfezionamento della facoltà di giudizio, e quindi è orientata in senso mentalistico: le operazioni conoscitive e le stesse operazioni logiche sono intese come operazioni mentali, e queste sono raggruppate in quattro classi (concepire, giudicare, ragionare, ordinare) cui corrispondono le quattro parti in cui è divisa l’opera (la quarta è probabile sia interamente di Arnauld; le prime tre furono scritte congiuntamente dai due autori; l’opera è preceduta da due discorsi introduttivi, quasi certamente scritti da Nicole). La prima parte contiene una versione della teoria delle idee (in cui tra l’altro si nega che un’idea possa essere chiara senza essere distinta, e viceversa); le idee sono classificate secondo il loro oggetto (di cose, di maniere di cose, di cose modificate), secondo la complessità (semplici e composte), secondo il grado d’astrazione (individuali e universali). Viene introdotta, per la prima volta in modo chiaro, la distinzione tra comprensione ed estensione di un’idea, distinzione che, applicata alle espressioni linguistiche, è tuttora centrale nella teoria del significato. Si trova inoltre in questa parte una complessa e articolata teoria dei segni. Nella seconda parte le sezioni più interessanti riguardano l’analisi di diversi tipi di enunciati, in cui è evidenziato il carattere ingannevole di certe forme grammaticali, e sono adombrate distinzioni fondamentali tuttora correnti in filosofia del linguaggio (come quella tra asserzione e presupposizione). La terza parte espone in chiave mentalistica la teoria del sillogismo, e si sofferma a lungo sulle fallacie di ragionamento. La quarta parte è un trattato di metodologia: vengono teorizzati il metodo analitico (cioè il metodo cartesiano, la cui esposizione è infatti desunta dalle Regulae di Cartesio) e quello sintetico (cioè assiomatico; l’esposizione deriva dall’Arte di persuadere di Pascal). Nel contesto di una discussione dei criteri di attendibilità dei giudizi «storici» viene introdotta (con altre parole) la distinzione tra verità di ragione e verità di fatto, poi raccolta da Leibinz e destinata ad occupare una posizione centrale nel pensiero filosofico occidentale. La Logica di Port-Royal non fu dunque soltanto un manuale di cartesianismo; Arnauld e Nicole estesero in maniera originale, e contribuirono a diffondere in tutta Europa, la nuova «via delle idee». (→ logica).