PORT'ERCOLE (A. T., 24-25-26 bis)
Paese della Toscana in provincia di Grosseto, situato nelle pendici sud-orientali del Monte Argentario, con 2232 ab. nel 1931. Ha origini remotissime: Strabone lo ricorda come porto di Cosa. Nel Medioevo fu, ìnsieme a Orbetello, sottoposto agli abati del Monastero delle Tre Fontane, agli Aldobrandeschi, agli Orsini di Soana, e nel sec. XV ai Senesi. Nel 1441 fu allogato al cavaliere veneziano Angelo Orsini, che vi costruì una rocca. Ai primi del sec. XVI Agostino Chigi, il gran mercante, avutolo in affitto, ne fece il suo scalo marittimo e lo dotò di ampî magazzini, saccheggiati nel 1542 dal Barbarossa. Nel 1556 Senesi e Francesi, asserragliativisi, vi sostennero un'ultima disperata difesa contro gli Spagnoli. Dal 1557 fece parte dello Stato dei Presidî e fu reso sicuro da due nuovi forti, la Stella e Monte Filippo. Nel 1646 resisté strenuamente alle forze del Mazzarino, e, durante la guerra di Successione spagnola, agli Austriaci. Pervenne quindi ai re di Napoli, al Regno d'Etruria (1801), ai Francesi (1808), che staccatolo da Orbetello ne fecero con Porto S. Stefano comunità separata; tale aggregazione divenne definitiva nel 1842, quando i Lorenesi costituirono il comune di Monte Argentario al quale ancor oggi appartiene. Nelle sue vicinanze Paolo Danei di Ovada fondò il primo cenobio dei passionisti.
Bibl.: L. Cappelletti, Storia di Piombino, Livorno 1897; P. Belluardo, Porto S. Stefano nel Montargentario, Modica 1926; P. Raveggi, Orbetello antica e moderna, Grosseto 1933; E. Repetti, Diz. della Toscana, s. v.