PORT ARTHUR (XXVII, p. 968)
ARTHUR Scaduto nel 1923 il termine della concessione iniziale fatta alla Russia dalla Cina nel 1898 ed alla quale il Giappone, con il consenso del governo di Pechino, era subentrato nel 1905 dopo la pace di Portsmouth, è controverso il titolo in base al quale l'Impero del Sol Levante deteneva, all'inizio della seconda Guerra mondiale, Port Arthur, il territorio in affitto del Liao-Tung e gli altri diritti sulla ferrovia della Manciuria del Sud. Tōkyō si prevaleva delle clausole di proroga inserite nei trattati delle 21 domande del 25 maggio 1915, mentre la Cina li dichiarava nulli perché estorti con la violenza. Comunque, nemmeno la vittoria delle Nazioni Unite riusciva a liberare interamente dalle ipoteche straniere quella base la cui importanza strategica era stata confermata dagli eventi. Infatti, in conformità alle decisioni segrete della Conferenza di Jalta (11 febbraio 1945), il trattato di alleanza e di amicizia stipulato a Mosca il 14 agosto 1945 tra l'URSS e la Cina stabiliva che Port Arthur sarebbe stato utilizzato dalle due potenze congiuntamente come base navale, rimanendo l'URSS responsabile della difesa e la Cina dell'amministrazione civile. Inoltre si conveniva che la ferrovia della Manciuria del Sud fosse esercitata da apposita compagnia sino-sovietica, in modo da assicurare lo sbocco al porto di Dairen, da internazionalizzarsi. Il Governo nazionale cinese non riuscì tuttavia ad insediarsi a Port Arthur e a Dairen per l'opposizione delle forze comuniste (v. cina; manciuria, in questa App.)