POPPEA (Poppea Sabina)
Figlia di Tito Ollio divorziò dal secondo marito, Otone, il futuro imperatore, per sposare nel 62 d. C. Nerone. Fu insignita del titolo di Augusta alla nascita di una figlia nel 63, ma due anni dopo fu uccisa dalla brutalità di Nerone che la fece poi divinizzare.
L'aspetto esteriore di P. Sabina ci è poco conosciuto. Quantunque non siano mancate identificazioni del tutto fantastiche, l'unico tentativo di riconoscerne l'effigie è stato fatto con la proposta di identificarla in una statua rinvenuta ad Olimpia. Si tratta però di una scultura del tutto idealizzata e quasi impersonale. P. non fu riprodotta in nessun conio di zecca romana, ma solo nelle monetazioni di città greche e orientali, che spesso non costituiscono un buon documento iconografico. Pare che sotto il diadema i riccioli coronino tutt'attorno il viso; la crocchia è di trecce pendenti sul collo e due ciocche ricciute scendono sulle spalle. Sappiamo da Tacito che aveva ereditato dalla madre una rara bellezza, ma certo quando sposò Nerone aveva almeno trentadue anni, perché il padre di lei era morto nel 31 d. C.; bisogna quindi cercarne l'immagine in un ritratto di donna matura. Si può forse identificarla in un busto diademato già creduto di Agrippina iunior, ora al Museo delle Terme. Porta una pettinatura di età neroniana ed è da ascriversi alla corrente classicheggiante dell'epoca; ha modellato semplicissimo e con una certa compostezza aulica, ma esprime vivamente i caratteri individuali della donna.
Bibl.: E. Curtius-F. Adler, Olympia, Berlino 1890-97, III, testo alla tav. LXIII, LXIV; J. J. Bernoulli, Röm. Ik., II, i, Stoccarda 1889, p. 415 s.; B. M. Felletti-Maj, I ritratti del Museo Naz. Romano, Roma 1954, n. 117. Monete: H. Cohen, Méd. Imp., I, p. 315.