POPOLI (A. T., 27-28-29)
Cittadina dell'Abruzzo (prov. di Pescara), situata a 250 m. s. m., all'estremità settentrionale di quell'appendice della conca di Sulmona - detta Piano di Pòpoli - dove si congiungono il Sagittario e l'Aterno. L'abitato si estende appunto su una striscia piana di mediocre ampiezza, alla destra dell'Aterno, che subito a valle di quella confluenza s'inoltra con brusco gomito verso est, in una angustissima gola (di Tremonti o di Popoli): ricinto a ovest e a nord dal fiume, limitato a est dalle imminenti ripide pendici del Monte di Popoli (457 m.), consta di un'ampia strada principale che percorre quella striscia in tutta la sua lunghezza da nord a sud, e di un'altra strada perpendicolare alla precedente, che già fronteggia la gola; il centro è la Piazza Margherita, dove sorge la chiesa di S. Francesco. La strada proveniente da Sulmona, dopo aver traversato l'abitato, cavalca il fiume su un ponte e si dirige verso Barisciano; un'altra strada corre sulla destra nella gola, diretta a Chieti. Popoli guarda perciò un bivio importante, all'uscita della maggior conca dell'Abruzzo aquilano. Dirimpetto a Popoli si uniscono all'Aterno le acque della ricca sorgente detta Capo Pescara. Non lungi di qua, sulla sinistra del fiume, è la stazione della ferrovia Sulmona-Pescara.
Popoli, che aveva circa 3800 ab. al principio del 800, si è assai accresciuta nel secolo XIX; nel 1901 contava 7189 ab., nel 1921 7245 e nel 1931, 7692 (quasi interamente agglomerati nel centro principale); è nota anche per due sorgenti di acque sulfureo-ferruginose (Tremonti e Maraone) vicinissime all'abitato. Il comune (32,5 kmq.) comprende, oltre all'alberato Piano di Popoli, le pendici prossime e le colline di là dal fiume, ricche di vigneti che dànno un vino assai pregiato, e una vasta regione montuosa, occupata da pascoli.