POPA
. Così si chiamava presso i Romani un ministro addetto al culto, il cui ufficio era di apprestare tutto ciò che fosse necessario al sacrificio di un animale e di abbatterlo con la parte non tagliente della scure o con il martello (malleus). Gli animan di maggior mole, quali il toro e la mucca, erano abbattuti con la scure, il vitello e la giovenca con il martello; gli ovini e i suini venivano scannati con il coltello sacro maneggiato dal cultrarius, che dava anche il colpo di grazia agli animali mattati dal popa. Il sacerdote faceva soltanto il gesto simbolico dell'uccisione con un'arma di apparenza, dopo aver proceduto alle cerimonie della libazione e dell'immolazione. Il popa durante il sacrificio era nudo fino alla cintola, o portava una corta gonnella o grembiule (linus), che cadeva dalla cintura al ginocchio, donde l'epiteto di succinctus che gli si dava (Suet., Claud., 32; cfr. Prop., IV, 62). Così vediamo rappresentati, con la scure nella destra, tali ministri del culto in alcune statue e nei numerosi rilievi romani con scene di sacrifici.