POONA (pron. Puna; A. T., 93-94)
Città dell'India inglese, nella provincia di Bombay, posta a 190 km. SE. da questa città, a 564 m. s. m., presso le pendici orientali dei Gathi Occidentali, non lontana dal passo di Bhor valicato dalla ferrovia Bombay-Madras, in un altipiano quasi privo d'alberi, coltivato intensamente a cereali, arido, ma abbastanza fertile. La città indigena, che è stata per lungo tempo sede dei Peshwa, capi dei Maratti, è alla confluenza del Mutha nel Mula, sub-affluente del Kistna attraverso il Bhima. Essa è suddivisa in 19 quartieri (peth), alcuni dei quali prendono il nome dai giorni della settimana nei quali vi si svolge il mercato; in quello di Shanwar (sabato) sono i resti del castello dei Peshwa, detto Junawada, incendiato nel 1827. Frequenti le case ornate con intagli di legno e pitture variopinte, che di solito si rinnovano ad ogni matrimonio. A oriente della città indigena, a S. della stazione ferroviaria, è la città europea, d'origine recente, con ricche ville e strade spaziose, residenza estiva del governatore di Bombay e sede della principale guarnigione della provincia. A S. della città indigena, su una collina, si trova il tempio della dea Parvati, noto in tutta l'India per la sua cupola dorata. Industrie tradizionali di Poona sono la lavorazione dell'oro, dell'argento, dell'argilla e la confezione di panni. Gli abitanti sono (1930) 163.100.