PONTIFICALE ROMANO
. È il libro liturgico che contiene le formule e le rubriche delle cerimonie che debbono compiere i vescovi nell'esercizio delle loro funzioni episcopali.
La sua attuale redazione risulta da elementi che si ritrovano nei primi tredici Ordines Romani e fu ordinata da SistoV in occasione della creazione della Congregazione dei Riti; ma la condusse a termine Clemente VIII, che la fece pubblicare nel 1596. Ad attuare questa edizione fu nominata una commissione di studiosi, che dagli antichi pontificali conservati negli archivî delle chiese principali di Roma, nella Biblioteca vaticana e altrove trasse il materiale purgandolo da quanto vi si era infiltrato d'incongruente e di estraneo. Furono escluse dalla nuova compilazione quelle parti degli antichi cerimoniali che si riferivano esclusivamente al papa, e che furono raccolte nel Caeremoniale S. R. Ecclesiae, e altri elementi che trovarono più acconcia collocazione nel Caeremoniale episcoporum pubblicato sotto lo stesso pontefice nel 1600. L'edizione del Pontificale del 1596 mise tassativamente fuori uso tutti gli altri libri usati dalle varie Chiese e ordini religiosi in ogni parte del mondo.
Urbano VIII ne òrdinò una nuova edizione migliorata nel 1644, Benedetto XIV ne fece fare una revisione nel 1752 e un'altra ne fece fare Leone XIII nel 1888.
Il Pontificale romano si divide in tre parti: la prima riguarda le persone e contiene i riti di ordinazione dei chierici, sacerdoti, vescovi; la benedizione degli abati e delle vergini che si consacrano a Dio, la coronazione di re e regine. La seconda parte riguarda le cose e contiene i riti per la consacrazione di chiese, di altari, di arredi o paramenti sacri, di campane, di croci per crociati e armi per cavalieri, di vessilli, ecc. La terza parte contiene le norme d'esercizio della giurisdizione episcopale: espulsione e riconciliazione di penitenti, sospensione e degradazione di chierici, celebrazione del sinodo diocesano, visita pastorale, ricevimento di prelati, principi, re e imperatori.