PONTEVEDRA (A. T., 39-40)
Capoluogo della provincia omonima, nella Galizia spagnola. La città sorge in fondo alla ría omonima, lunga (22 km.) e stretta (13 km.) insenatura sulla costa atlantica, chiusa alla bocca dalle isole de Ons e Oncela; entro la baia, proprio dinnanzi a Pontevedra, è l'isola Tamba. L'insediamento è certo assai antico, forse preromano; i Romani lo dissero Duo Pontes (Pontevedra, evidentemente da pons vetus), che gl'itinerarî ricordano lungo la via costiera da Braga ad Astorga. Il vecchio centro si sviluppò sulla sinistra del Lérez (la cui valle si continua nella ría di Pontevedra), al punto di confluenza in questo dell'Alba e del Tomeza; venne poi recinto di mura durante il Medioevo, e cominciò a essere noto specialmente dopo la Reconquista. Il nucleo più antico è riconoscibile ancora nella zona a N. della Plaza de la Peregrina, nella quale le strade conservano il loro decorso a grandi archi, con edifici massicci e decorati di stemmi gentilizî; tuttavia la città è relativamente povera di costruzioni di pregio artistico (chiesa di S. Maria), anche perché fu in ogni tempo di proporzioni piuttosto modeste.
Il vasto término municipal (comune) di Pontevedra, che contava 22.330 ab. nel 1900, ne ha ora (1930) 30.790; il centro urbano vero e proprio supera di poco i 10 mila ab., i quali vivono essenzialmente della pesca e del commercio locale che il porto ha con gli scali della costa galiziana. Delle industrie, una certa importanza hanno solo le alimentari (conserve e specialmente preparazione di pesci salati e in scatola). Pontedera è in comunicazione ferroviaria col resto della Spagna solo attraverso la linea che risale più a S., lungo la frontiera portoghese, la valle del Miño.
La provincia di Pontevedra. - È la più piccola (4391 kmq., press'a poco quanto la provincia di Grosseto), ma la più densamente abitata (143 ab. per kmq.) delle quattro provincie da cui risulta la Galizia spagnola. Si estende dal confine portoghese, lungo il Miño, al Río Ulla, che la divide dalla provincia di Santiago, ed è quasi tutta montuosa; tuttavia l'altezza media è relativamente modesta (780-800 m.) e la massima oltrepassa i 1000 m. (M. Faro, 1187 m.) solo sul margine rilevato (Sierre del Faro, del Testeiro, e del Suido), che fa da spartiacque fra l'alto e medio Miño e i molti piccoli fiumi sfocianti più a N. nell'Atlantico. Il reticolo di questi, assai fitto, sta in rapporto sia con le condizioni morfologiche della regione (penepiano granitico in stadio di maturità), sia con l'abbondanza, eccezionale per la Spagna, delle precipitazioni, che s'aggirano sui 1500 mm. annui. La costa sull'Atlantico, incisa nelle due lunghe e profonde rías di Pontevedra e di Vigo, e generalmente pescosa, ha favorito lo sviluppo della vita marinara che completa l'economia agricolo-pastorale (anche bestiame bovino) delle regioni interne. I molti piccoli fondo valle di queste consentono, a differenza di quanto avviene nella maggior parte della Spagna, una numerosa popolazione sparsa (l'agricoltura dà cereali e frutta) che, a sua volta, spiega la relativa mancanza di grossi nuclei abitati. Questi, comunque, si distribuiscono di preferenza sul margine costiero (Cambados, Marín, Redondela, Bayona, Guardia), dove sono i due maggiori, il capoluogo e Vigo (che tutti li supera in popolazione e in importanza), o lungo le basse valli più svasate e perciò meglio utilizzate dalle colture e dalle vie di comunicazione (La Estrada, Caldas de Reyes, Lalín, Puenteareas, Tuy).
La popolazione della provincia è passata dai 451.946 ab. del 1877 ai 457.262 del 1900, ai 495.356 del 1910, ai 533.419 del 1920, e ai 568.000 del 1930. Oltre Vigo e Pontevedra, nessun altro centro supera i 10 mila abitanti.