ponte
Nel senso proprio il sostantivo è usato in If XVIII 29 su per lo ponte, quello di Castel Sant'Angelo in Roma; Pg III 128 in co del ponte presso a Benevento, all'estremità del p. sul fiume Calore; Pd XVI 146 'l ponte, cioè Ponte Vecchio in Firenze.
Ponti sono inoltre quelli (detti anche ‛ ponticelli ' o ‛ scogli ') che, in Malebolge, " cavalcano le bolge ad arco, in modo da lasciar libera sotto di sé la circolazione nel fondo della bolgia " (Porena): If XVIII 79 Del vecchio ponte guardavam la traccia / che venìa verso noi da l'altra banda; XXI 1 Così di ponte in ponte... / venimmo, 47 i demon... del ponte avean coperchio (" avevano la copertura del ponte... stavano sotto il ponte " [Casini-Barbi] e perciò non potevano essere visti da D.), e 64 passò di là dal co del ponte (cfr. Pg III 128, citato); If XXIV 19 venimmo al guasto [" rotto ", " franato "] ponte (cfr. XXIII 133-138), e 79; e ancora: XXI 37 e 89, XXVI 43, XXVIII 127.
In contesto figurato: Pg XIX 42 portava la mia fronte / come colui che l'ha di pensier carca, / che fa di sé un mezzo arco di ponte, " qui incurvat se eo modo quo semiarcus, sive semivolta pontis lapidei supra flumen " (Benvenuto); " L'immagine apparirà tanto più conveniente, se si ricordi che gli archi de' ponti erano al solito nel medioevo a sesto acuto " (Scartazzini-Vandelli).
Figurato, in Rime CXIII 14 non mi porreste di sospetto in ponte, dove la locuzione, " a lume della comune espressione tenere in ponte, varrà ‛ mettere nell'incertezza ' " (Contini).
La forma alterata ‛ ponticello ' (con interfisso -ic- più suffisso -ello), esclusiva dell'Inferno, ove si registra tre volte, sempre in rima, indica i " ponti " o " scogli " che attraversano le bolge dell'ottavo cerchio: XVIII 15 come a tai fortezze da' lor sogli [" entrate "] / a la ripa di fuor son ponticelli, / così da imo de la roccia scogli / movien che recidien li argini e ' fossi; XXI 70 usciron quei di sotto al ponticello; XXIX 25.