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Lèto, Pomponio

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Umanista (Diano, Lucania, 1428 circa - Roma 1498). Erudito ed appassionato cultore dell'antichità classica, insegnò alla Sapienza e fu il fulcro dell'Accademia romana, cenacolo di letterati entusiasticamente dediti allo studio della romanità. Scrisse opere di grammatica e di storia e curò edizioni di testi classici.

Vita

Fratello naturale di Roberto di Sanseverino, principe di Salerno; ignoriamo il suo nome di battesimo. Fu discepolo di L. Valla e di Pietro Oddo a Roma (1450); più tardi studiò il greco con T. Gaza. Insegnò (1464-65) alla Sapienza di Roma, ma la scarsità di mezzi lo costrinse a trasferirsi a Firenze e poi a Venezia (1467), a fare il precettore e il copista. Nel 1468 il Senato veneto ne concesse l'estradizione, perché coinvolto in una congiura contro Paolo II e accusato di eresia e attività sovversiva. Rinchiuso in Castel Sant'Angelo con altri umanisti, fu processato, torturato e liberato solo un anno dopo. L. riprese l'insegnamento alla Sapienza dal 1473 (ma forse già dal 1471), per conservarlo fino alla morte, e probabilmente fece un viaggio in Germania e in Oriente (1472). Fu ammirato dai contemporanei per il suo entusiasmo per l'antichità classica, specie romana, e per l'immensa erudizione. A Roma fu l'animatore dell'Accademia romana, un gruppo di letterati e umanisti che si riunivano in casa sua, esploravano i monumenti pagani e cristiani, raccoglievano statue ed epigrafi, usavano datare le loro scritture ab Urbe condita, celebravano il 21 aprile, Natale di Roma, si davano nomi classici. Nel 1483 l'imperatore Federico III concesse all'Accademia la facoltà di creare dottori e incoronare poeti.

Opere

L. scrisse pochissimo: alcuni trattati grammaticali (inediti), De Romanorum magistratibus (1474-75), De legibus (1491); collaborò con gli editori romani per edizioni di autori classici (Varrone, Columella, Curzio Rufo, Lucano, Pompeo Festo, Silio Italico, ecc.). Importanti sono soprattutto i dictata, cioè gli appunti e i commenti raccolti dai suoi uditori durante le lezioni o annotati da lui in margine ai suoi libri; celebre, fra gli altri, il commento a Virgilio. Di L. restano numerosi manoscritti autografi: fu scriba elegantissimo che perfezionò e diffuse un tipo particolare di scrittura corsiva in cui si fondono le caratteristiche proprie della corsiva umanistica ed elementi eruditi di tipo grecizzante, arcaico e di origine epigrafica.

Vedi anche
Pàolo II papa Pietro Barbo (Venezia 1417 - Roma 1471). Divenuto cardinale prete del titolo di S. Marco (1440) per volontà dello zio materno Eugenio IV, godette di una posizione influente sotto Nicolò V e Callisto III, ma ebbe scarsa influenza sotto Pio II. Pontefice (30 ag. 1464), non rispettò la capitolazione elettorale ... accademia 1. accademia platonica ̕Ακαδήμεια o ̕Ακαδημία era il nome di una località poco distante da Atene, nei pressi della quale Platone verso il 387 a.C. iniziò il suo insegnamento; vi acquistò anche un terreno, da cui la scuola filosofica da lui fondata prese il nome di Accademia platonica, che mantenne anche ... Teodoro Gaza Gaza ‹-ƷƷa›, Teodoro (gr. Θεόδωρος Γαζῆς). - Umanista bizantino (Salonicco circa 1400 - S. Giovanni a Piro, Salerno, 1475). Stabilitosi in Italia, dimorò dal 1442 al 1446 a Mantova; insegnò greco a Ferrara; nel 1449 passò a Roma a insegnare filosofia ed ebbe da Niccolò V l'incarico di tradurre autori ... Ermolao Bàrbaro (o Almorò). - Umanista (Venezia 1453 - Roma 1493); professò filosofia a Padova (1474-75); nel 1483 fu eletto senatore; nel 1484 aprì a Venezia, in casa sua, una scuola per leggere Aristotele, e nel 1490 (nominato ambasciatore) ebbe l'incarico di una legazione presso Innocenzo VIII che l'anno seguente ...
Categorie
  • BIOGRAFIE in Letteratura
Tag
  • ANTICHITÀ CLASSICA
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Vocabolario
pompon
pompon 〈põpõ′〉 s. m., fr. [in origine, voce infantile]. – Fiocco, nappa di lana, di seta o altro, usati come guarnizione di berretti o abiti e, nell’arredamento, come finitura di cordoni, passamanerie e sim. In funzione appositiva, sono...
gentile²
gentile2 gentile2 s. m. e agg. [dal lat. tardo, eccles., gentilis agg., gentiles s. m. pl., formato, come il sinon. gentes, sul gr. τὰ ἔϑνη «i popoli (pagani)», che è ricalcato a sua volta sull’ebr. göyīm «i popoli (non ebrei)»]. – 1. s....
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