pompieraggio
s. m. (iron.) Con uso estensivo e figurato, intervento finalizzato a spegnere, placare, calmare.
• Come sempre, i portavoce e gli avvocati di [Silvio] Berlusconi cercano di rivoltare la frittata intonando il ritornello della persecuzione giudiziaria, del paese illiberale, delle inchieste a orologeria, evitando accuratamente di commentare, nel merito, le imbarazzanti conversazioni, tra [Agostino] Saccà e Berlusconi, intercettate dal cellulare di una body-guard del leader di Forza Italia, come in una commedia dei fratelli [Carlo ed Enrico] Vanzina. Ma per quanti sforzi facciano gli sherpa di Arcore, la febbrile opera di pompieraggio resta una missione impossibile, come lo è tentare di profumare la nuvola di cattivo odore che sale dal retrobottega di quelli che Berlusconi definisce comportamenti «in linea con gli usi e le consuetudini della politica». (Norma Rangeri, Manifesto, 13 dicembre 2007, p. 1, Prima pagina) • Dopo cinquant’anni di giornalismo, posso permettermi di ridere delle trovate di [Italo] Bocchino. Pensando che anche lui, come tutti i ras della casta partitica, preferisca il pompieraggio. Ossia l’arte di spegnere con getti d’acqua gelida qualsiasi notizia in grado di infastidire un leader. E al tempo stesso pomparne l’immagine illibata, priva di macchie. (Giampaolo Pansa, Riformista, 10 ottobre 2010, p. 1, Prima pagina) • Torino sta perdendo terreno? «Torino più che perdere terreno, in questo momento, sta vivendo un momendo difficile. La situazione è complicata, non solo nell’ultimo anno e mezzo, ma da un periodo un po’ più lungo. La politica e le amministrazioni sono impegnate a fare pompieraggio, come si dice nel gergo delle imprese» (Licia Mattioli intervistata da Diego Longhin, Repubblica, 28 novembre 2017, Torino, p. III).
- Derivato dal s. m. pompiere con l’aggiunta del suffisso -aggio.
- Già attestato nel Corriere della sera del 22 ottobre 1974, p. 7 (Luciano Barca).