VENTURI, Pompeo
Letterato, nato a Siena il 21 settembre 1693, morto ad Ancona il 12 aprile 1752. Appartenne alla Compagnia di Gesù che lo adoperò nell'insegnamento delle lettere e della filosofia in varie scuole di Firenze, Prato, Siena, Roma.
Gli furono a torto attribuite le satire di Quinto Settano (Lodovico Sergardi), e n'ebbe incresciose ritorsioni; per difendersene, compose satire anch'esso, che non stampò. E altre cose lasciò inedite, discorsi, biografie, versi, in italiano e in latino. Oltre un'orazione funebre per un vescovo, stampò un commento della Divina Commedia (Lucca 1732; la 3ª ed., Verona 1749, ha molte aggiunte; ai primi dell'Ottocento se ne contavano almeno 13 edizioni). Senza disconoscere sia gli errori e certe stranezze o ridicolaggini sia le tante imperfezioni dell'opera (merita ricordo tra i confutatori F. Rosa Morando), conviene osservare che il V. riuscì a far entrare nelle scuole minori il poema dantesco, spiegandolo pianamente. Il commento venne talvolta manipolato da altri, e anche nella suddetta stampa veronese non corrispose in tutto all'intenzione e al lavoro preparato dal V., il quale forse per dovere di colleganza o d'obbedienza, lasciò fare ad altri ciò che si stimasse opportuno anche per il decoro della Compagnia di Gesù.
Bibl.: A. Vannucci, in Biografia degli Italiani illustri, ecc., di E. De Tipaldo, VI, Venezia 1838, p. 443 segg.; A. Torre, Su le tre prime edizioni del commento alla Divina Commedia del P. P. V., in Giornale dantesco, IX (1901), I-II; G. Mazzoni, Dante e l'Italia, Roma 1921, p. 347 segg.; G. Natali, Il Settecento, Milano 1929.