PELLINI, Pompeo
PELLINI, Pompeo. – Nacque a Perugia nel 1523 da Girolamo Pellini e da Pandora Alfani, membri di due famiglie notabili della città.
Allievo del grammatico Cristoforo Sasso, era diciassettenne quando, nel 1540, Perugia si ribellò allo Stato pontificio in seguito all’inasprirsi delle pretese fiscali da parte di Paolo III Farnese. Al termine di quella che viene ricordata come ‘guerra del sale’, i perugini si videro costretti ad accettare il diretto controllo di Roma sulla città, rinunciando alla sostanziale autonomia guadagnata nel secolo precedente, durante la signoria dei Baglioni. Di questi eventi Pellini fu testimone attento, ma non protagonista, sia per la giovane età sia, forse, per il primo manifestarsi di quella propensione al rispetto dell’autorità e all’ortodossia politica e religiosa che negli anni seguenti gli avrebbe permesso di percorrere una carriera di primo piano nell’amministrazione cittadina. I primi passi in tale direzione sono testimoniati dall’iscrizione all’arte del cambio, avvenuta nel 1553 sotto la Porta S. Angelo. Alcuni anni prima, nel 1546, aveva sposato la concittadina Vincenza Baldeschi, lodata da Ludovico Domenichi nell’opera Della nobiltà delle donne (Venezia 1549). Da lei ebbe una figlia cui diede il nome della propria madre, Pandora, che in seguito sposò Angelo degli Oddi. Morta Vincenza il 23 settembre 1577, Pellini sposò Cleofe degli Ercolani dal Fregio, che gli diede due figli, entrambi morti prematuramente: il primogenito Girolamo in tenerissima età, il secondogenito Ludovico ventiduenne, nel 1600.
Dopo la restituzione dell’amministrazione di Perugia alla magistratura dei Priori delle arti da parte di papa Giulio III, Pellini fu chiamato ripetutamente a far parte del principale organo di governo della città (i trimestri quarto del 1556, primo del 1561, quarto del 1574, secondo del 1587, terzo del 1593). Ricoprì inoltre le cariche di uditore dell’arte (nei trimestri secondo del 1566, secondo del 1573, primo del 1583), elettore della Rota (trienni 1564-66, 1572-74, 1588-90), capitano di Porta S. Angelo (1561), rettore della terra di Cascia (1564) e membro del Consiglio dei quaranta. Per le sue doti diplomatiche, nel 1575 e nel 1587 fu inviato quale ambasciatore presso il pontefice per perorare la causa di Perugia in una serie di questioni relative al governo della città, tra le quali il pagamento della pesante imposta annuale richiesta da Roma. Compì inoltre missioni presso il cardinale di Urbino (1565), il cardinale Alessandrino (1575) e il duca di Urbino (1587).
Più che al pur significativo ruolo politico svolto nella vita perugina, Pellini deve tuttavia la propria fama alla pubblicazione postuma, nel 1664, della sua Historia di Perugia, monumentale opera di erudizione storiografica redatta nell’arco di un venticinquennio, dal 1569 alla morte.
Dei suoi precoci interessi letterari sono testimonianza la partecipazione alle attività dell’Accademia degli Unisoni, cui aderì con il nome di Imperfetto, e di quella degli Insensati, della quale fu segretario nel 1546, quando contribuì con almeno un’ottava al componimento dedicato dal poeta Francesco Beccuti, detto il Coppetta al cardinal legato di Perugia, Tiberio Crispo.
La prima opera autonoma di Pellini vide la luce anni dopo, nel 1571-72, quando uscì a Venezia la sua traduzione in volgare delle Historie et vite dei condottieri perugini Braccio Fortebracci e Niccolò Piccinino, originariamente composte in latino da Giovanni Antonio Campano e Giovan Battista Poggio. Nella dedicatoria datata 25 giugno 1570 e indirizzata ad Ascanio della Corgna, marchese di Castiglione, nipote di Giulio III e fratello di Fulvio, vescovo di Perugia, Pellini lamentava il danno arrecato alla reputazione della patria dall’assenza di opere in grado di testimoniare quanto Perugia fosse «città nobile et antichissima»: la qual cosa, proseguiva dando pubblica notizia della sua avviata attività di storiografo, si riprometteva presto di «mostrare in una universale raccolta […] sopra tutto quello, che infin qui ho potuto trovare delle cose sue» (c. A 2r).
Già nel maggio 1569, come attesta una concessione poi rinnovatagli dai Priori nel 1575, Pellini aveva ottenuto l’autorizzazione a prendere in prestito e consultare privatamente le carte dell’archivio comunale al fine di redigere una «Istoriam seu commentaria rerum Perusinarum», che tuttavia l’erudito e uomo politico perugino non fece in tempo a veder stampata (Contini, 1972, p. 46). Composta in diverse fasi, l’Historia di Perugia era infatti ancora manoscritta al momento della sua morte, avvenuta a Perugia il 12 settembre 1594.
Ciò non impedì a diversi contemporanei di interessarsene. Tra questi i letterati Cesare Caporali, che ne reputava «notabil cronista» l’autore, e Filippo Alberti, il quale ne tessé l’elogio in due sonetti encomiastici (Rossi, 1873, p. 12). Divisa in tre parti, per un totale di 25 libri, circa 3400 pagine e due milioni di parole (cfr. Della historia di Perugia, 1970, pp. IX-XI), l’Historia ripercorre le vicende di Perugia dalla fondazione ai primi anni Settanta del Cinquecento, fornendo della storia cittadina una ricostruzione accurata, anche se provvidenzialisticamente orientata in direzione filopontificia. Secondo tale interpretazione, la soggezione della città allo Stato della Chiesa costituiva infatti l’esito auspicabile e definitivo di un processo storico di cui il lungo periodo di autonomia signorile goduto ai tempi dei Baglioni, rimpianto da diversi concittadini di Pellini, aveva costituito soltanto una tappa intermedia.
Al di là di questi connotati ideologici che riflettono le personali convinzioni politiche dell’autore, l’Historia si segnala quale opera di riconosciuto spessore per l’abilità dimostrata da Pellini nell’impiego di una vasta documentazione, ricavata da fonti eterogenee di natura archeologica, archivistica e letteraria. Per queste caratteristiche e per la tendenza a leggere la storia di Perugia in stretta connessione con i più significativi eventi militari, politici e religiosi dei diversi periodi, l’opera si configura come espressione tra le più rilevanti della storiografia municipale di ispirazione umanistica che, nei decenni conclusivi del XVI secolo, produsse quelle che sono state definite «storie definitive»: opere dense e ponderose, di estrema erudizione e dal faticoso sviluppo narrativo, più adatte alla consultazione che a una lettura distesa, ma destinate a costituire un prezioso deposito di informazioni per gli studiosi dei secoli successivi (Cochrane, 1981, p. 284).
Molto complessa e dibattuta la vicenda editoriale dell’Historia, in particolare della Parte terza, relativa agli anni dal 1490 al 1572. Giunta a noi in edizione priva di frontespizio, essa non fu compresa nella prima stampa datata dell’opera, pubblicata in due volumi o Parti a Venezia nel 1664 da Giovan Giacomo Hertz e dedicata al governatore dell’Umbria Pietro Bargellini (Dell’Historia di Perugia… nella quale si contengono oltre l’origine, e fatti della città, li principali successi d’Italia, per il corso d’anni 3525). Nei decenni precedenti, tra il 1612 e il 1627, il fratello della seconda moglie di Pellini, Ippolito Ercolani dal Fregio, si era adoperato insieme ai Priori affinché 112 copie delle tre Parti della Historia venissero approntate dall’editore veneziano Roberto Meietto. Alla pubblicazione dell’opera del defunto marito, in vista della quale il fratello Ippolito aveva ottenuto nel 1622 dal cardinal legato di Perugia un editto che gli garantiva il diritto di vendita per dieci anni nello Stato pontificio, Cleofe Ercolani destinò la somma di 400 ducati. A causa del fallimento dell’editore, tuttavia, l’operazione non dovette andare in porto e ai committenti non rimasero probabilmente che alcune copie di prova, non rilegate e prive di frontespizio, tavole e indici, inviate da Meietto forse nel 1616 e oggi conservate in rarissimi esemplari (cfr. Della historia di Perugia, 1970, pp. XVIII-XXV; Contini, 1972).
Opere. L’historie et vite di Braccio Fortebracci detto da Montone, et di Nicolò Piccinino perugini… tradotte in volgare da m. P. P. perugino… Mandate… in luce da Luciano Pasino, in Vinegia, appresso Francesco Ziletti, 1572 [ma 1571: cfr. c. 172v], rist. Perugia 1621, 1636; Dell’Historia di Perugia, I-II, Venezia 1664, rist. anast. Bologna 1968, 1988; Della historia di Perugia… Parte terza, s.n.t., rist. anast. con introduzione di L. Faina, Perugia 1970.
Fonti e Bibl.: Archivio di Stato di Perugia, Comune, Consigli e Riformanze, 135-143; Ricordanze, 3-4; Lettere ai Priori, 17, 30-32; Minute di lettere ai Priori, 4-5; Scritture diverse, 1/1; Notarile, Cristoforo Pallieri, Atti, 1624-1625 (2831), c. 113r-v; Marcello Petrogalli, Atti, 1611-1612 (1933), cc. 271v-273r, 1617-1621 (1936), cc. 110v-111v; Testamenti, III (1902), cc. 245v-249r; Perugia, Archivio di San Pietro, Codici manoscritti, 353: G. Aureli, Sommario dell’Istoria… di Perugia scritta da P. P. (1706); 375: Memorie appartenenti agli uomini letterati perugini estratte dalla Parte Terza della Storia di Perugia di P. P. (1843); Perugia, Biblioteca Augusta, Miscellanea di storie perugine (1668); Notizia dell’Istoria di Perugia fatta e data alle stampe dal signor P. P. gentil uomo perugino (sec. XVIII).
F. Ciatti, Delle memorie… di Perugia, Perugia 1638-42; L. Iacobilli, Bibliotheca Umbriae…, Foligno 1658; Rime di Francesco Coppetta, a cura di G. Vincioli, Perugia 1720, pp. 135 s., 141; Rime di Francesco Beccuti…, a cura di V. Cavallucci, Perugia 1751, pp. 95, 144; L. Ranghiasci, Bibliografia storica… dello Stato Pontificio, Roma 1792; G.B. Vermiglioli, Degli storici perugini…, in A. Mariotti, Saggio di memorie… della città di Perugia e suo contado, Perugia 1806, t. I, 1, pp. LXV-LXXIII, passim; V. Bini, Memorie istoriche della Perugina Università…, Perugia 1816; G.B. Vermiglioli, Bibliografia storico-perugina…, Perugia 1823, pp. 6, 120-122; Id., Biografia degli scrittori perugini, Perugia 1829, t. II, 2, pp. 176 s.; A. Rossi, P. P. e le sue storie di Perugia, Perugia 1873; L. Bonazzi, Storia di Perugia dalle origini al 1860, II, Perugia 1879 (nuova ed. Città di Castello 1960), pp. 713-716, passim; Cronache della città di Perugia, a cura di A. Fabretti, IV, Torino 1892, ad ind.; A. Bellucci, P. P. ambasciatore della città di Perugia a papa Gregorio XIII, in Bollettino della Società umbra di storia patria, II (1896), pp. 125-130; F. Guardabassi, Storia di Perugia, I-II, Perugia 1933-35, passim; G. Contini, A proposito della stampa a Venezia dell’Historia della città di Perugia di P. P., in Bollettino della Deputazione di storia patria per l’Umbria, LXIX (1972), 2, pp. 45-88; E. Cochrane, Historians and historiography in the Italian Renaissance, Chicago-London 1981, pp. 284-292.