CANNICCIARI, Pompeo
Nacque nel 1670 a Roma, dove compì gli studi musicali; all'età di sedici anni cominciò a comporre e, affermatosi assai giovane come valente polifonista, dal 1694 al 1709 fu maestro di cappella nella chiesa di S. Spirito in Sassia. Nel 1709 fu chiamato a tenere questa stessa carica nella basilica di S. Maria Maggiore, presso la quale rimase sino alla morte avvenuta il 29 dic. 1744.Dedito con impegno quotidiano ed assiduo alla composizione di musica destinata al culto per la basilica Liberiana, il C. fu sacerdote e condusse vita molto ritirata, ma godette di grande notorietà e svolse un ruolo importante nella vita musicale romana. Fu membro della Congregazione dei musicisti di S. Cecilia e, nel 1698 e nel periodo 1715-18, guardiano nella sezione dei maestri.
Nei trentacinque anni di attività trascorsi nella basilica di S. Maria Maggiore il C. fu maestro di molti giovani musicisti di talento, tra i quali deve essere ricordato particolarmente l'insigne polifonista Sante Pesci, suo supplente dal 9 febbr. 1744 e immediato successore come maestro di cappella nella stessa basilica.
Il C. possedette una vasta biblioteca, comprendente tutti i suoi autografi, che volle lasciare all'archivio della basilica Liberiana; successivamente nel 1747, per ordine di Saverio Giustiniani, canonico in S. Maria Maggiore, il Pesci ne fece l'inventario, e questo, pubblicato dal Feininger nel 1964, costituisce tuttora il più organico catalogo delle sue opere. Non vi figurano tuttavia quelle composizioni che, a detta del Pesci stesso, "non si inventariano per essere carte volanti" e che sono numerose e tuttora esistenti nell'archivio della basilica. Molte delle opere del C. fecero parte a lungo del repertorio tradizionalmente eseguito in S. Maria Maggiore; molte altre col tempo andarono disperse; altre ancora vennero in possesso dell'abate Fortunato Santini e incorporate nella sua ricca biblioteca musicale di Ratisbona. Attualmente si trovano autografi del C. nella biblioteca del Civico Museo bibliografico musicale di Bologna, che possiede una collezione di sue partiture; a Roma, negli archivi di S. Maria Maggiore, di S. Giovanni in Laterano, della cappella Giulia in S. Pietro, nella Bibl. Apost. Vaticana; oltre che a Monaco, Vienna, Dresda e Londra. Delle sue numerose composizioni si ricordano: circa 270 antifone (nel catalogo di S. Pesci ne sono inventariate 191, di cui 13 In Nativitate et Conceptione B. V. M., 19 In festo Sanctae Mariae ad Nives, 15 In Dominica Resurrectionis Domini, 12 In Dominica Pentecostes, 23 In Secundis Vesperis,Nativitatis Domini); inoltre 40 inni, 45 messe a 4,5,6,7,8,9,10,12,16 voci,concertate con organo o con violini, 55 mottetti, 162 graduali, 135 offertori, 189 salmi, tra cui: 19 Dixit, 27 Confiteor, 18 Beatus vir, 22 Laudate pueri, 12 Nisi Dominus, 17 Laetatus sum, 3 De profundis, 3 In exitu, 21 Magnificat, 12 Salmi della Compieta.
La produzione musicale del C. si colloca nell'ambito della grande tradizione polifonica palestriniana ed accoglie parimenti l'apporto dello stile concertante e policorale di O. Benevoli; il Fellerer ne ha messo in evidenza la solida costruzione, contrappuntistica, l'organica struttura formale, i notevoli pregi delle melodie, che si osservano esaminando negli episodi solistici il trattamento delle voci, spesso molto espressive, a volte virtuosisticamente mobili e fiorite.
L'Ursprung ha rilevato nella sua musica il profondo influsso della grande polifonia cinquecentesca e la persistenza della tradizione compositiva fiamminga nell'impiego frequente e serrato di canoni in tutte le voci. Una gran parte delle sue opere è scritta per doppio coro, solisti, organo o violini (per lo più due) e basso continuo. Nei salmi e soprattutto nelle messe, il C., come già il Benevoli e il Mazzocchi, predilesse la costruzione policorale e per questo impiegò di preferenza un numero elevato di voci (8, 9, 12, 16). Tra le messe a 16 voci devono essere particolarmente ricordate la Messa Ottobona, del 1716, dedicata al cardinal Pietro Ottoboni, arciprete in S. Maria Maggiore, e la messa Sine nomine in mi minore del 1725. Nella produzione del C. lo stile concertante si armonizza costantemente con l'antica tradizione compositiva; così, accanto a messe come quella A 5 voci con violini del 1712, si trovano messe su di un Cantus prius factus profano, come ad esempio La melliflua a 16 voci, del 1695, e quella Concertata sopra la Pina a 8 voci; fu autore anche di messe Pastorali. Una grande varietà di stile si osserva peraltro in quelle composizioni, la cui struttura formale permetteva una maggiore libertà rispetto alla messa ed è interessante notare come il C. abbia più volte musicato gli stessi testi liturgici (21 volte il Magnificat, 27 il Confiteor, 18 il Beatus vir, 19 il Dixit, per citare alcuni esempi), trovando di volta in volta soluzioni originali, introducendo varianti nella struttura formale della composizione e modificando l'organico vocale. Tra le sue composizioni vi sono salmi, offertori, responsori, graduali, mottetti a 8 voci con organo (Beati omnes,Confirma hoc Deus,In exitu Israel), a 8 voci con 2 violini e basso continuo (ad esempio gli 8 responsori In Nativitate Domini), adue voci con organo (ad esempio Oquam suavis), a due o a tre voci con basso continuo (Benedicta sit a 2 voci e basso continuo, il mottetto OSalutaris Hostia a 3 voci e basso continuo), per voci a cappella (Ave Maria a 4 e a 8 voci, i tre responsori a 4 voci Pro defunctis e altro). Tra le composizioni scritte in stile concertante devono essere ricordate le 8 Antifone con violini per la Festa della Neve e i 10 Offertori a 5 voci concertati.
Bibl.: G. Baini, Memorie storico-critiche della vita e delle opere di G. P. da Palestrina, Roma 1828, 1, p. 370; II, p. 316; J. Killing, Kirchenmusikal. Schätze der Bibliothek des Abbate Fortunato Santini, Düsseldorf 1911, p. 483; K. G.Fellerer, Der Palestrinastil und seine Bedeutung in der vokal. Kirchenmusik des 18. Jahrhunderts, Augsburg 1929, pp. 204-07; O. Ursprung, Die kathol. Kirchenmusik, Potsdam 1931, pp. 230, 237; P. De Angelis, Musica e musicisti nell'arcispedale di S.Spirito in Saxia, Roma 1950, p. 53; G. Gaspari, Catal. della Bibl. del liceo musicale di Bologna, II, Bologna 1892, pp. 47 s.; L. Feininger, Catalogus thematicus et bibliogr. Pompei Cannicciarii operum, in Repertorium liturgiae polychoralis, Trento 1964; E. L. Gerber, Neues historisch-biograph. Lexikon der Tonkünstler, I, Leipzig 1812, p. 627; F. J. Fétis, Biogr. univ. des musiciens, II, Paris 1875, p. 175; C. Schmidl, Diz. univ. dei musicisti, I, p. 286; L. Eitner, Biographisch-bibliograph.Quellen-Lexikon der Musiker, II, p. 310; Die Musik in Gesch. und Gegenwart, XV (1973), coll. 1291 s.; Enciclop. della Musica Ricordi, I, Milano 1963, p. 380.