Pomerania
Regione storica dell’Europa centrale, sul Baltico. Abitata in età romana da tribù germaniche e più tardi da popolazioni slave di pomerani, nei primi decenni del sec. 12° la P. si articolò in due organismi politici distinti: il ducato di P. vero e proprio (nel territorio compreso fra Koszalin e Rostock, con capitale Stettino) e quello della Pomerania parva (detta più tardi Pomerelia: tra i fiumi Persante e Vistola, capitale Danzica). L’evangelizzazione, iniziata nel 1124 da Vratislao I duca di Stettino, aprì anche la via a quella immigrazione di coloni tedeschi da cui il Paese trasse presto la sua preponderante fisionomia etnica e linguistica. Intorno al 1170 la P. di Stettino fu elevata a ducato da Federico I Barbarossa, il quale nel 1181 l’aggregava all’impero come feudo alle dipendenze dei margravi di Brandeburgo. La Pomerelia invece, estintasi nel 1295 la dinastia ducale slava, fu suddivisa (all’infuori della parte occidentale entrata a far parte del ducato di P.) tra i margravi di Brandeburgo e l’Oriente teutonico (1309), dei quali da quel momento seguì le sorti: nel 1466 passò sotto la sovranità polacca e venne infine incorporata, con la Prussia occidentale, nel regno di Prussia (1772). Nel 1295 andò suddivisa anche la P. vera e propria: trassero allora origine i ducati di P.-Wolgast (comprendente le regioni dette successivamente Vorpommern, P. occidentale, e Hinterpommern, P. orientale) e di P.-Stettino (estendentesi sulle due rive dell’Oder), e da questi successivamente vari rami minori. Riuniti nel 1478 i due ducati di P.-Stettino e di P.-Wolgast, Boghislao X poté allargare l’azione politica dello Stato, da lui rafforzato anche all’interno, a obiettivi rimasti poi per oltre un secolo tradizionali: rescissione del legame di subordinazione feudale al Brandeburgo (raggiunta solo nel 1529); estensione del dominio sulle città della costa (soprattutto Stralsunda), che fu poi attuata col decadere della Hansa; conquista del vescovato di Kammin, maturata solo dopo l’introduzione della Riforma, nel 1536. Estintesi le due dinastie (Wolgast 1632; Stettino 1637), ogni funzione politica autonoma della P. scomparve. Nonostante che gli Accordi di Grimnitz (1529) avessero stabilito il diritto del Brandeburgo alla successione in P., il Trattato di Vestfalia (1648) in esito alla guerra dei Trent’anni riconosceva il possesso del ducato, compresi l’isola di Rügen e Stettino, alla Svezia; al Brandeburgo rimase allora la sola P. orientale, ingrandita col vescovato di Kammin, secolarizzato. La Pace di Stoccolma dette alla Prussia, erede dei diritti brandeburghesi, la maggior parte della P. svedese (1721); il Trattato di Vienna (1815), in cambio del Lauenburg ceduto alla Danimarca, il rimanente. Alla Prussia successe poi la Germania, che dovette cederne una parte, dopo la Prima guerra mondiale, alla ricostituita Polonia, e dopo la Seconda una parte ancora maggiore. Attualmente la P. è solo in piccola parte tedesca (zona a O dell’Oder, appartenente al Land di Meclemburgo-P. Anteriore); per il resto è polacca; la parte più orientale ha anche il nome di Pomerelia.