POMARANCIO
. Niccolò Circignani, detto il P., pittore, soprannominato dalle Pomarance, suo paese d'origine, nacque, secondo le notizie del Vasari, molti anni dopo il 1516. L'ultima sua notizia è la data del 1596, sull'ancona della chiesa di San Francesco, a Cascia. Manierista del peggiore stampo, il Pomarancio si formò, più che sugli esempî di Santi di Tito, secondo la tradizione suo maestro, sopra quelli dell'accademismo romano, commisto di forme raffaellesche e michelangiolesche. Manca alla sua opera l'agilità, lo spirito di ricerca, comune a tanti, anche fra i minori, manieristi fiorentini: dipinge figure appiattite e duramente contornate, come di cartapesta colorata. Solo talvolta, in qualche brano di natura morta, dimentico delle pretese di grande maniera, ottiene espressioni d'inaspettata vivezza, infondendo agli oggetti la vita mancante alle sue figure. La decorazione della cupola di Santa Pudenziana a Roma, è tra le opere migliori di questo pittore, che ebbe gran voga ai suoi tempi e che, nel martirologio a colori della chiesa di S. Stefano Rotondo, cadde da un vacuo manierismo nella più pedestre "pittura di pratica". Lo seguì il figlio Antonio, pittore (circa 1580-circa 1640).
Bibl.: F. Baumgart, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, XXVII, Lipsia 1933 (con bibl.); A. Venturi, Storia dell'arte italiana, IX, vii, Milano 1934, pp. 782-786.