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POLYMEDES

di Red. - Enciclopedia dell' Arte Antica (1965)
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POLYMEDES ([Πολυ]μήδης)

Red.

Artista argivo del quale si conserva la firma, lacunosa, e di dubbia integrazione, sulla base della statua di un koùros (Cleobi) che, insieme a quella gemella (di Bitone), era dedicata nel santuario di Delfi. Le sculture, di marmo insulare, possono essere datate al principio del VI sec. a. C. Le due opere presentano notevoli differenze stilistiche e si è pensato di attribuire quella di Bitone, anepigrafe, ad uno scultore di scuola ionico-insulare, attivo nell'officina del maestro peloponnesiaco.

Bibl.: Per l'iscrizione: Fouilles de Delphes, IV, 1909, p. 5 ss.; A. v. Premerstein, in Öster. Jahreshefte, XIII, 1910, 41-49, p. 193 ss.; J. Baunack, in Philologus, LXX, 1911, pp. 312-313; F. Poulsen, Delphi, 1920, pp. 90-96; Th. Homolle, in Comptes rendus de l'Académie des Inscriptions, 1924, pp. 149-154. Pe l'artista: E. Bourguet, Les ruines de Delphes, pp. 93-96; P. de la Coste-Messelière-Ch. Picard, La sculpture grecque à Delphes, Parigi 1929, pp. 9-10; W. Deonna, Dédale ou la statue de la Grèce archaïque, Parigi 1931, II, p. 118, n. 2; V. Lorentz, in Thieme-Becker, XXVII, 1933, p. 231; Ch. Picard, Manuel d'archéologie grecque, Parigi 1939, I, pp. 272, 494, 495, 496, 645; G. Lippold, in Pauly-Wissowa, XXI, 1952, c. 1764, n. 9. Sul significato della leggenda di Cleobi e Bitone: Herod., I, 31: Ch. Picard, in Revue histoire religions, XCVI, 1927, p. 365 ss.; G. Kaschnitz-Weinberg, in Studies Robinson, I, St. Louis 1951, p. 525 ss., tav. 41.

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