POLYKLES (Πολυκκῆς, Polykles)
2°. - Scultore ateniese, della metà del II sec. a. C., figlio di Timarchides I, fratello di Dionysios (v. dionysios, 6°), padre di Timarchides II e di Timokles, discepolo di Stadieus ateniese (Paus., vi, 4, 5).
Da Plinio (Nat. hist., xxxvi, 35) sappiamo che insieme al fratello scolpì lo Zeus del Portico d'Ottavia a Roma, e una Hera che si trovava pure a Roma, intra Octaviae vero porticus aedem Iunonis. Pausania (loc. cit.) lo indica come autore, ad Olimpia, della statua del pancratiaste efesio Amynta, figlio di Elladico. P. è identificabile con l'artista datato da Plinio (Nat. hist., xxxiv, 52) all'Olimpiade clvi; col nome (sicuramente integrabile) che appare come firma in un'iscrizione di Elateia (I. G. B., 241a) i cui caratteri portano ad una datazione intorno alla metà del II sec. a. C.; con l'autore di un Eracle, a Roma, citato da Cicerone (ad Att., vi, i, 17). E infine con questo P., piuttosto che con l'omonimo scultore del IV sec. (v. polykles, I°) i più identificano l'autore dell'Hermafroditus nobilis (Plin., Nat. hist., xxxiv, 80), riconoscendo la statua in un tipo di Ermafrodito (v.) dormiente.
Bibl.: G. Becatti, Attikà, in Riv. Ist. Arch. St. Arte, VII, 1940, p. 16 ss.; G. Lippold, Die Plastik, in Handbuch, III, Monaco 1950, p. 366; J. Marcadé, Rec. Sign. Sculpt. gr., II, Parigi 1957, p. 107.