POLYDAMAS (Πολυδάμας)
2°. - Atleta famoso, figlio di Nikias, originario di Skotussa, in Tessaglia.
Secondo Eusebio (i, 204), sarebbe stato vittorioso nel pancrazio all'Olimpiade xciii (408 a. C.). Molte altre imprese gli erano tradizionalmente attribuite (Paus., vii, 5): l'aver affrontato e ucciso, senz'armi, un leone, ad emulazione di Eracle; l'aver trattenuto un toro e un carro in corsa. Alla corte di Susa, poi, dove era stato invitato dal re Dario II, avrebbe ucciso, inerme, tre soldati della guardia imperiale completamente armati che lo avevano attaccato. Sarebbe morto nel tentativo di sorreggere il soffitto crollante di una grotta. Pausania dice di aver visto la rappresentazione di alcune di queste imprese sulla base di una statua in bronzo di P. ad Olimpia, opera di Lisippo. La base è stata ritrovata e conferma la narrazione del Periegeta: vi appaiono infatti la lotta col leone e il combattimento con i soldati della guardia di Dario in presenza del re. Queste sculture sono probabilmente dovute alla scuola di Lisippo. La statua fu eretta quindi molto tempo dopo la vittoria di P. ad Olimpia, probabilmente tra la fine della Guerra Sacra (338) e il 321 (data della distruzione di Skotussa).
Bibl.: O. Höfer, in Roscher, III, 1902-09, c. 2638 s.; G. Treu, in Olympia, III, 1897, p. 209 ss., tav. LV, 1-3; F. P. Johnson, Lysippos, Durham 1927, pp. 65, 97 s.; G. Lippold, in Pauly-Wissowa, XIV, 1928, c. 55; K. Scherling, ibid., XXI, 1952, c. 1601; A. von Salis, Löwenkampfbilder des Lysipp, in 112. Winckelmannsprogramm, Berlino 1956, p. 32 s., tav. 19.