POLONIO
. Elemento radioattivo della famiglia del radio. Numero atomico 84; peso atomico 210. Il polonio fu la prima sostanza radioattiva che i coniugi Curie isolarono nel 1898 dai minerali di uranio, e fu chiamato polonio dalla terra natale della signora Curie. Viene spesso chiamato anche radio F per indicare il suo posto nella famiglia del radio. Esso è infatti generato dal radio E con emissione di raggi β e γ e a sua volta si trasforma in radio G emettendo particelle α di cm. 3,67 di gittata e con una vita media di 167 giorni. La sua costante di disintegrazione λ in sec-1 è 5,75×10-8 e il suo periodo di riduzione a metà è (T) = 139,5 giorni.
Il polonio è isotopo di tutti i termini A e C delle tre famiglie radioattive, ma esso è il più stabile di tutti gli elementi di numero atomico 84. Dal punto di vista chimico rassomiglia molto al bismuto e al tellurio. Infatti il suo posto nella classificazione periodica del Mendeleev è al disotto del tellurio e nella stessa colonna verticale. L'analogia con questi elementi è particolarmente marcata nel comportamento analitico, nel potenziale elettrochimico (vicino a quello dell'argento) e nella capacità di reagire con l'idrogeno per dare un idruro instabile.
Il polonio si può ottenere per due vie diverse: o estraendolo da minerali di uranio e loro residui, oppure da un preparato di radio D (radiopiombo). In laboratorio si prepara di preferenza da vecchi preparati di radio, i quali però siano rimasti chiusi, così che l'emanazione non sia sfuggita, e abbia formato il suo deposito attivo di lunga vita (radio D, E e F) in quantità apprezzabile, oppure raccogliendolo dalla superficie interna di ampolle nelle quali si siano disintegrate per qualche tempo forti quantità di emanazione (v. nito).