POLIZZELLO (v. vol. VI, p. 282)
In questo sito, noto da sensazionali ritrovamenti sporadici pubblicati da E. Gabriel nel 1925, P. Orsi e R. Carta condussero nel 1926 una breve campagna di scavi concentrata soprattutto sulla necropoli, i cui risultati scientifici sono stati raccolti solo di recente.
La ricerca sull'acropoli ne ha rivelato il carattere principalmente sacro; una cinta muraria con paramento di pietre irregolari attestato a torrioni corre alla base avvolgendo l'intera piattaforma; un secondo anello interno profila un terrazzo intermedio, mentre un grosso muro segna il contorno dell'acropoli vera e propria. L'area sacra indigena è caratterizzata da gruppi di edifici abbinati; si tratta di due capanne-sacelli circolari fra loro tangenti, addossate al limite NE del muro del tèmenos. I due edifici, rispettivamente misuranti m 10 e m 8 di diametro, hanno banchina sul fondo e portichetto esterno di forma trapezoidale; deposizioni rituali (ossi di animali, vaghi di collana, ossi lavorati, ambra, spilloni, vasetti protocorinzî e indigeni) datano il complesso al VII sec. a.C. Il secondo gruppo di edifici, scoperti nel settore SO del recinto, si compone di un edificio semicircolare «a esedra» con piccolo recinto rettangolare interno e altra capanna-sacello circolare analoga alle precedenti; anche in questo caso sono presenti ricche deposizioni rituali. Il quadro storico-culturale offerto dall'abitato si integra con i risultati dello scavo della necropoli protostorica e alto-arcaica. Essa si sviluppa, densa e continua, lungo le balze rocciose, con un grande numero di sepolture del tipo a camera, spesso preceduta da dròmos, e talora annidate in anfratti naturali, quasi sempre con deposizioni multiple e caratterizzate da stratificazione di vasi indigeni databili nell'arco di tempo che va dal VII al VI sec. a.C., alcuni dei quali con reminiscenze egee. L'immagine che si ricava è quella di un centro indigeno egemone nel territorio della Sicania, forte di un sostrato culturale egeo-miceneo che attraverso i secoli bui si è conservato sino a caratterizzare le manifestazioni e assicurare forme di persistenza e di resistenza al modello greco, pur sollecitato dall'ellenizzazione che altrove in Sicilia già si dispiega nel VII e nel VI sec. a.C.
Bibl.: M. Frasca, D. Palermo, Contributi alla conoscenza dell'età del Ferro in Sicilia. Monte Finocchito e Polizzello, in CronAStorArt, XX, 1981, pp. 9-150; E. De Miro, Polizzello, centro della Sicania, in Quaderni dell'Istituto di Archeologia dell'Università di Messina, III, 1988, pp. 25-44; id., Gli «indigeni» della Sicilia centromeridionale, in Kokalos, XXXIV-XXXV, 1988-1989, pp. 19-43.