politica sociale
Insieme di azioni e programmi realizzati dallo Stato, spesso in collaborazione con altri soggetti, quali le famiglie o il terzo settore (➔ terzo settore, economia del), finalizzati alla sicurezza e alla tutela sociale. Include tutte le disposizioni e le misure volte a risolvere o alleviare situazioni di bisogno o disagio a livello individuale e collettivo e a favorire il benessere dei gruppi più fragili della società (➔ anche benessere, stato del).
Il funzionamento della p. s. è molto complesso e varia da Paese a Paese e da settore a settore. I meccanismi e programmi sono eterogenei, così come il ruolo dei diversi attori. I modelli nazionali sono il risultato di processi articolati, influenzati dalla caratteristiche economiche, sociali demografiche e culturali dei singoli Stati nazionali. Si distinguono in generale quattro campi di intervento: politica previdenziale, sanitaria, del lavoro e socio-assistenziale. La prima mira a fornire reddito alle persone che non sono più in grado di percepire guadagni da lavoro a causa dell’età. Una importante funzione di tale politica è quella di stabilire le regole di funzionamento dei sistemi pensionistici (➔ pensione obbligatoria; pensione complementare; pensione sociale). La politica sanitaria include le prestazioni erogate per rispondere ai bisogni di salute delle persone. Gran parte della spesa è diretta a fornire servizi, ma comprende anche misure relative, per es., alla sicurezza sul lavoro, alla prevenzione e alla ricerca. La politica del lavoro prevede campi di intervento quali la regolamentazione del mercato, i sussidi di disoccupazione e le politiche attive del lavoro (➔ politiche per il lavoro). La p. socio-assistenziale si divide in trasferimenti monetari, per es. prestazioni di invalidità, sostegno alle spese per l’alloggio e assistenza al reddito, e servizi, per es. residenziali o domiciliari. Nella quasi totalità dei Paesi europei la percentuale più consistente di spesa sociale è rivolta alla prima e alla seconda tipologia di p. sociale.
L’assunzione da parte dello Stato di un ruolo attivo nel campo della p. s. ha sostanzialmente coinciso con la nascita delle società industriali e con il processo di modernizzazione tra la fine del 1800 e l’inizio del 1900. Dopo fasi di consolidamento negli anni 1930 e 1940 e fasi di espansione negli anni 1950 e 1960, grazie soprattutto alla crescita economica che consentì di sostenere il processo espansivo delle misure di protezione sociale, si ebbe una battuta di arresto della p. s. a partire dalla fine degli anni 1970, causata da fattori quali le tendenze alla globalizzazione, i cambiamenti sociodemografici, in particolare l’invecchiamento della popolazione, l’aumento della disoccupazione e il persistere delle disuguaglianze. Sono emersi inoltre problemi quali le trappole della dipendenza e della povertà che disincentivano il ruolo attivo dei cittadini a tutela del proprio benessere. Ciò ha portato a riforme finalizzate a contenere l’incremento della spesa, anche se gli interventi sono stati, nella maggior parte dei casi, di carattere marginale e hanno mantenuto sostanzialmente in vita il modello sociale europeo. L’Italia si caratterizza per una p. s. di impostazione familistica, per una spesa sociale non universalistica, scarsa presenza del mercato e forte influenza di elementi politico-clientelari. A partire dagli anni 1990, sono state attuate numerose riforme in campo previdenziale (riforme Amato, Dini, Prodi e Tremonti-Maroni), sanitario (riforme Amato, Ciampi, Bindi e riforma del titolo V della Costituzione), del lavoro (pacchetto Treu e riforma Biagi, ➔ Biagi, legge) e dell’assistenza (riforma Turco e riforma del titolo V della Costituzione). Dagli anni 2000, la gestione della p. s. è influenzata al contempo dalla politica locale, nazionale e sovranazionale. Con il Trattato di Maastricht (➔) del 1992, l’Unione Europea si è dotata di una politica vera e propria e la legislazione comunitaria è andata assumendo progressivamente una rilevanza e un’autonomia sempre maggiori, con l’obiettivo di garantire un livello uniforme di tutela in tutta l’area europea.