POLITEUMA (πολίτευμα)
Indica, in generale, nell'età ellenistica, l'organizzazione speciale che nelle grandi città nuove era data agli stranieri protetti, specialmente agli Ebrei. Per molti riguardi questi stranieri venivano a trovarsi su un piede di uguaglianza (isonomia) coi cittadini greci: avevano cioè i loro capi, le loro assemblee, emanavano decreti onorifici o d'interesse esclusivamente interno. Così inteso, il politeuma presenta grandi analogie non tanto con le colonie europee viventi attualmente in Egitto sotto il regime capitolare, quanto con le comunità israelitiche, associazioni che hanno a capo un presidente, un consiglio di anziani, un gran rabbino, e che fruiscono non solo di un'autonomia religiosa e amministrativa, ma anche, limitatamente a certi aspetti del diritto personale e patrimoniale, giudiziaria. Non sappiamo peraltro se nell'antica Alessandria il raggruppamento degli Ebrei che era organizzato con alla testa un etnarca e una gerusia, ed esercitava liberamente il proprio culto e godeva di altre autonomie, portasse il nome di politeuma. Invece nell'Egitto tolemaico troviamo designate col termine πολιτεύματα alcune associazioni: dei Cretesi, dei Beoti, degl'Idumei con certezza, dei Misî, degli Achei, dei Traci, dei Persiani per probabile induzione, intorno al cui vero carattere sappiamo pochissimo e intorno alle quali le opinioni degli studiosi sono assai varie e contrastanti. Un fatto assai notevole è fuori di dubbio: che siffatte associazioni, esclusivamente etniche in origine, sono poi divenute pseudo-etniche per l'ammessa naturalizzazione di individui appartenenti a diversa nazionalità. Sembra legittimo pensare che tali naturalizzazioni avessero lo scopo precipuo di permettere ad alcuni, in particolar modo agl'indigeni, di acquistare una cittadinanza fittizia in un determinato gruppo nazionale ellenico, a scopo militare. È probabile che sia così, ma l'associazione non era esclusivamente militare. Nel tempo tardo tale cittadinanza originaria o acquisita sembra indicare soltanto che uno appartiene a una categoria di cleruchi.
Il politeuma non può essere equiparato alla polis. L'organizzazione ne è molto più complessa e l'autonomia assai più ristretta. Gli appartenenti a un politeuma avevano il diritto di abitare nel luogo dove questo era stato fondato, di venerare in modo particolare alcune divinità a preferenza di altre, di tenere assemblee nella propria sede sotto la direzione di proprî funzionarî e di emanare decreti, assai anodini peraltro e quasi esclusivamente in onore di personaggi benemeriti. Non tutti i Greci devono necessariamente aver fatto parte di un politeuma, e non sappiamo quali condizioni fossero richieste per entrarvi, ma poiché l'appartenervi garantiva alcuni diritti più o meno estesi, è certo che se pure tali associazioni sorsero in origine spontanee e furono libere, presto passarono sotto la sorveglianza e il controllo dello stato che ne fece delle categorie limitate e chiuse. Non è certo se gli abitanti dell'Egitto discendenti da stranieri immigrati e designati come appartenenti all'ἐπιγονή fossero costituiti in politeuma o se, invece, gli abitanti di origine straniera nati in Egitto appartenessero all'ἐπιγονή quando non erano organizzati in πολίτευμα.
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