POLISSENIDA (Πολυξενίδας, Polyxenĭdas)
Ammiraglio d'origine rodia del sec. III-II a. C. Bandito dalla sua città natale, Rodi, non sappiamo per quale ragione, entrò al servizio della Siria, dove già lo troviamo nel 209 a. C. Nella guerra di Antioco III contro i Romani ebbe affidato il comando della flotta siriaca e fu il protagonista della guerra navale svoltasi nel 191 e nel 190 a. C. nelle acque dell'Egeo. Ammiraglio di grande abilità ed esperienza, a giudizio degli antichi, ricco di avvedimenti, secondo le migliori tradizioni della strategia ellenistica, fu però nella sostanza impari al suo compito. Nel 191 non riusciva a impedire che la flotta romana e quella pergamena si unissero e lo battessero a capo Corico. Nel 190 permetteva quella divisione di squadre della flotta siriaca, di cui una venne affidata ad Annibale, che ebbe solo l'effetto di portare alla sconfitta separata di Annibale a Side. E infine, toccando una definitiva sconfitta al promontorio di Mionneso nello stesso anno, si precludeva la possibilità d'impedire il trasporto di un esercito romano in Asia, cioè, lasciando ai Romani il dominio del mare, assicurava loro la vittoria su Antioco. Tipico esempio dei limiti dell'abilità di P. è il suo maggiore successo: lo stratagemma per cui (al principio del 190, prima di Side), col fingere di voler tradire la sua flotta ai concittadini rodî, riuscì ad attrarre 36 navi rodie di Pausistrato presso l'isola di Samo e a distruggerle quasi tutte. Fu successo senza notevoli conseguenze.
Bibl.: H. v. Gelder, Geschichte der alten Rhodier, L'Aia 1900, p. 132 segg.; G. De Sanctis, Storia dei Romani, IV, Torino 1923, p. 174 segg.; F. Hiller v. Gärtringen in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., Suppl. V, col. 791 segg.