POLIPERCONTE (Πολυπέρχων, Polypercon)
Alto ufficiale macedone, nato fra il 390 e il 380 a. C., partecipò alla spedizione di Alessandro con varî comandi, soprattutto negli anni della conquista e organizzazione dell'altipiano iranico e durante l'impresa indiana. Ma non riuscì mai a emergere per il suo rigido macedonismo e nazionalismo, che lo fece avverso alla προσκύνησις e gli valse il sostanziale disfavore del suo re. Nell'autunno del 324 fu preposto come subalterno di Cratero, ai diecimila veterani, dimessi dopo la rivolta di Opis. Rimpatriato, godette a tal punto il favore del reggente Antipatro, che questi, morendo (319), lo nominò successore nella reggenza. Donde la rivalità col figlio di Antipatro, Cassandro. Per sostenersi, P. non esitò a proclamare la restaurazione democratica per tutta la Grecia e a richiamare in Macedonia l'esule regina madre Olimpiade. La pronta reazione di Cassandro e la morte di Olimpiade obbligarono da allora P. a esercitare nel Peloponneso una specie di signoria, che P. cercò di confermare grazie all'appoggio di Antigono prima (315), di Cassandro poi (314). Escluso dalla pace fra i Diadochi nel 311, volle scalzare Cassandro, atteggiandosi a legittimistico protettore di un vero o supposto bastardo di Alessandro Magno, Eracle, che P. stesso non esitò, del resto, a sopprimere (309), per riguadagnarsi l'appoggio di Cassandro. Come suo stratego contrastò, negli anni posteriori al 307, l'offensiva di Demetrio Poliorcete. Quando sia morto, non sappiamo; certo, non dopo la giornata di Ipso (301).
Bibl.: Oltre le storie generali dell'ellenismo, cfr. K. J. Beloch, Griech. Gesch., IV, ii, Berlino 1927, p. 440 segg.; H. Berve, Das Alexanderreich auf prosop. Grundlage, II, Monaco 1926, pp. 325-52.