poliomielite
Infiammazione elettivamente localizzata alle corna anteriori della sostanza grigia del midollo spinale. La p. anteriore acuta è una malattia infettiva di origine virale (detta anche malattia di Heine-Medin o, comun., paralisi infantile) che si manifesta con alterazioni paralitiche, connesse a un’infiammazione della sostanza grigia del midollo spinale, localizzata alle corna anteriori. Attribuita, per molto tempo, all’azione di un unico virus neurotropo, è stata riconosciuta, dopo il 1950, come una malattia che può essere provocata da numerosi ceppi virali (➔ Poliovirus).
Si distinguono forme cliniche non paralitiche e paralitiche. Le prime presentano una sintomatologia variabile e multiforme (febbre, diarrea, vomito, sintomi respiratori, ecc.). Dopo alcuni giorni i sintomi regrediscono, ora per dare esito a una completa guarigione clinica, ora per essere seguiti dalle manifestazioni neurologiche di tipo paralitico flaccido, specie a carico degli arti inferiori. Dopo un periodo variabile da alcuni giorni a qualche settimana, la paralisi, regredita in alcuni gruppi muscolari, assume carattere permanente in altri, dando luogo prima ad atrofia e successivamente a deformazione dei segmenti corporei interessati.
Il primo sostanziale progresso nella lotta contro la p. risale al 1955, quando J. E. Salk annunciò di aver messo a punto la preparazione del primo vaccino antipoliomielitico per uso intramuscolare. La vaccinazione secondo il metodo di Salk fu ufficialmente adottata in buona parte del mondo nel 1957: essa contribuì a ridurre notevolmente la morbilità e la mortalità per poliomielite. Tuttavia, la modalità di vaccinazione non conferiva un’immunità duratura e inoltre non impediva l’eventualità che Poliovirus virulenti penetrassero nel tubo digerente di soggetti precedentemente vaccinati, i quali, pur in assenza di manifestazioni cliniche, continuavano a diffondere il virus con le deiezioni. Per tali ragioni, dal 1962, la vaccinazione antipoliomielitica avviene mediante il vaccino orale proposto da A. Sabin, basato su Poliovirus attenuati. Attraverso tale vaccino viene meno il rischio di trasformare i vaccinati in portatori sani. I risultati di estese campagne di vaccinazione, attuate in molti Paesi, hanno indotto una drastica flessione nell’incidenza della malattia, che risulta ormai praticamente scomparsa nelle nazioni più progredite. In Italia, la vaccinazione contro la p. è stata resa obbligatoria, per legge, nel 1966. A causa dei, se pur rari, casi di p. postvaccinale con il vaccino Sabin (attivato), in Italia e in Europa dal 2002 viene somministrato solo vaccino antipolio inattivato, passando dalle dosi di vaccino orale al vaccino inattivato per via intramuscolare, in quattro dosi suddivise nei primi 3 anni di vita.