POLIMNESTO (Πολύμνηστος, Polymnestus)
Figlio di Meles, da Colofone, fiorì verso il 640 a. C., poiché è ricordato in uno dei frammenti di Alcmane, essendo stato con Taleta, Xenodemo, Xenocrito, Sacada uno dei costitutori della 2ª catastasi musicale a Sparta. È l'unico maestro di musica ionico fra i più antichi e si spiega così l'introduzione da lui fatta del modo ipolidio, lo sviluppo maggiore dato all'ἐκβολη (innalzamento per 5 diesis) e all'ἔκλυσις (abbassamento per 3 bemolle), la costituzione di nuovi nomi chiamati polimnestî, per cui la sua musica ebbe maggiore favore anche fuori della Laconia (ne fa ricordo Pindaro) specialmente in Atene dove le esagerazioni degl'imitatori provocarono lo sdegno di Cratino e d'Aristofane (Cav., 1287) e la leggenda delle oscenità dei suoi canti. Seguì dapprima le norme di Terpandro, ma compose anche nomi aulodici, elegie e canti eroici fra i quali uno in onore di Taleta (Paus., I, 14, 1) oltre i nomi auletici, in particolare, orthii.
Bibl.: G. Bernhardy, Grundr. d. gr. Litt., I, 5ª ed., 1892, pp. 392, 397; id., Ad Suid., II, ii, p. 347; K. O. Mueller, Die Dorier, II, Breslavia 1833, p. 315; Volkmann, Ad Plut. de mus., Lipsia 1856; W. Schmid, Gesch. d. gr. Lit., Monaco 1929, p. 429 seg.