POLIEUCTO (Πολύεκτος)
Scultore, probabilmente ateniese. Nel 280-279 a. C. Democare fece decretare l'erezione d'una statua bronzea del proprio zio Demostene. Questa statua, eseguita da P., fu collocata nell'agorà di Atene. Demostene fu rappresentato col viso emaciato, in piedi, con un semplice mantello avvolto con trascuratezza sul corpo, con le braccia cadenti, portate leggermente in avanti, e le mani con le dita intrecciate in maniera tale da permettere a un soldato, secondo la storiella tramandataci da Plutarco, di nascondervi un gruzzoletto di monete d'oro. Di questa statua possediamo varie copie: una, del solo busto, è stata recentemente rinvenuta a Cirene; la più nota, in marmo greco, per quanto non completa, è quella del Braccio Nuovo del Museo Vaticano, e proviene da Frascati. Il busto del British Museum sembra invece che ne esageri l'espressione, e che derivi da un originale posteriore a quello dell'agorà. Più vicino al ritratto di P., che è senza dubbio un buon esempio di ritratto realistico, sembra sia piuttosto quello di Atene.
S. Cauer ricostruì l'opera di P. servendosi della statua del Vaticano e di un frammento con le mani, che si è riconosciuto appartenere a una statua consimile, trovato sul principio del sec. XX nel giardino Barberini. Una statuetta in bronzo, trovata presso Angora, riproduce pur essa la statua di P.; putroppo andò perduta e perciò non se ne poté accertare l'autenticità (Bull. Corr. hell., 1924, p 504).
Bibl.: J. Overbeck, Schriftquellen, Lipsia-Berlino 1868, nn. 1365-68; M. Collignon, Hist. sculpt. gr., II, Parigi 1898, p. 456; P. Hartwig, in Jahrb. arch. Inst., 1903, p. 25 segg.; W. Amelung, Sculpturen des vaticanischen Museums, Berlino 1903, I, p. 80; II, 1908, p. 742 (con bibl. prec.); G. Krahmer, in Röm. Mitth., 1923-24, p. 154.