POLIENO (Πολύαινος, Polyaenus)
Retore e scrittore di cose militari del sec. II d. C. Nato in Macedonia in data ignota, dedicò agl'imperatori Lucio Vero e Marco Aurelio nel 162 d. C. una raccolta di 900 stratagemmi (Στρατηγήματα) in 8 libri, integralmente rimastici salvo due lacune nel VI e nel VII libro. Sappiamo pure che scrisse un'opera su Tebe, un'altra sulla tattica militare e alcune ricerche sulla costituzione macedonica; ma nessuna di queste opere ci è giunta.
L'ordinamento dell'opera è poco chiaro, prevalendo nei prime tre libri la disposizione cronologica (in modo esclusivo nel primo), negli altri (ma per nulla esclusivamente) la disposizione per categorie, e infatti il quarto libro è dedicato agli stratagemmi dei Macedoni, il settimo a quelli dei barbari, la prima parte dell'ottavo a quelli dei Romani e l'ultimo infine a quelli delle donne. Non c'è dubbio che i mutamenti di disposizione hanno in certa misura origine nella natura delle diverse fonti che P. usava. Così il primo libro è in rigoroso ordine cronologico, perché la fonte era una storia universale, quella di Eforo. Altre volte invece, come nel libro quarto sui Macedoni, l'autore stesso ha deliberatamente abbandonato l'ordine cronologico e perciò si è valso d'un gruppo di opere uniformi (storie di Alessandro Magno e dei diadochi). È altrettanto indubbio che in molti punti P. si è valso di raccolte precedenti di stratagemmi o in genere di aneddoti. Basterebbe a dimostrarlo l'accordo che si constata con l'altra raccolta di stratagemmi pervenuta, quella latina di Frontino, vissuto cinquant'anni prima di P. Poiché è escluso che il P. si sia valso di Frontino e poiché d'altro lato l'accordo è spesso troppo preciso per poter essere spiegato solo con l'utilizzazione dei medesimi storici, è verosimile che alcune raccolte di stratagemmi fossero note a entrambi gli scrittori. Le fonti di P. sono sempre greche: e ne è prova la scarsissima. parte data ai Romani in contrasto con Frontino. Per questa parte romana, che si limita a fatti del periodo repubblicano, va ricordato che essa dimostra una continua affinità con alcune vite di Plutarco. Oggi si tende a escludere che P. abbia utilizzato Plutarco e si pensa invece a una fonte comune a entrambi; ma il problema ha bisogno di essere accuratamente ristudiato.
In complesso si può dire che lo scrittore direttamente o indirettamente più usato è Eforo: anche Erodoto viene spesso parafrasato, specialmente nei libri VII e VIII.
Certo ha servito in molti punti la storia universale di Nicola Damasceno. Più incerto l'uso diretto, ma indubbio l'indiretto di Tucidide e di Senofonte. Alcuni aneddoti risalgono a Teopompo: degli storici dei diadochi il più utilizzato sembra Ieronimo di Cardia. Spesso uno stesso fatto è riportato più volte, perché attinto da diverse fonti senz'accorgersi dell'identità delle cose narrate. Ha importanza nella critica del testo omerico che due dei versi citati da P. nel proemio del primo libro non si trovino nelle edizioni a noi pervenute dei poemi.
Ci è pervenuta di Polieno anche una epitome contenente 354 stratagemmi: essa venne già utilizzata nei Consigli strategici (Παραινέσεις στρατηγικαί) di Leone il Saggio (fine del secolo IX d. C.).
Bibl.: Editio princeps, quella di I. Casaubono, Leida 1589. Migliore edizione di I. Melber, Lipsia 1887. Del medesimo Melber la ricerca fondamentale sulle fonti di P., Über die Quellen und den Wert der Strategemensammlung Polyäns, in Jahrb. f. class. Philologie, XIV Suppl. (1885), p. 419 segg. Minore bibliografia presso Christ-Schmidt, Griechische Literaturgeschichte, II, 6ª ed., Monaco 1924, pp. 754-55. Si aggiunga G. M. Bolling, The quotations from Homer in Polyainos, in Classical Philology, XXIV (1929), p. 330 segg.