POLIDORO Caldara da Caravaggio
Pittore. Si crede nato intorno al 1500, stando al Vasari che lo disse di 18 anni quando da garzone muratore fu promosso aiuto di Giovanni da Udine nella decorazione delle Logge Vaticane. Tra i seguaci di Raffaello egli si distinse bentosto nell'imitare in chiaroscuro e in graffito i bassorilievi antichi, onde tra le sue prime cose gli vennero attribuiti i monocromati della sala di Costantino. Associatosi con Maturino fiorentino suo coetaneo e abile disegnatore, dietro l'esempio di Baldassarre Peruzzi, insieme con lui decorò in tale guisa molte facciate di case, con scene mitiche e storiche, allegorie, trofei, fregi, con nobiltà classica di concetti e di forme, prontezza di movimento, ricco spirito ornamentale, scienza di rilievo. Purtroppo delle molte opere dei due citate dal Vasari non rimangono se non i celebri fregi molto guasti con la storia di Niobe in Via della Maschera d'oro a Roma. Altri sono noti da incisioni e da copie. A P. e a Maturino si attribuisce, ma senza sicurezza, anche la magnifica decorazione monocroma del palazzo Ricci-Parracciani, uno dei pochi esempî completi di questo stile a Roma. A loro spettano anche i primi esempî noti di paesaggio classico frescati a colori in S. Silvestro al Quirinale. Il sacco di Roma del 1527 troncò la loro attività: Maturino morì l'anno successivo; Polidoro emigrò a Messina, dove visse e lavorò fino alla morte, avvenuta nel 1546; ma di quanto egli vi produsse non si conserva se non una tavola trasferita col tempo alla pinacoteca di Napoli, l'Andata al Calvario, che manifesta la sua decadenza, lungi dai grandi esemplari di Roma con svariate reminiscenze da Raffaello ai Fiamminghi e ai Veneti. Vasta fu l'influenza di Polidoro, specie per il gusto decorativo, sulla scuola romana, sul Parmigianino e sul conseguente stile eroico classico.
Bibl.: G. S., in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, V, Lipsia 1911; A. Venturi, Storia dell'arte ital., IX, ii, Milano 1926, pp. 434-436.