poliamore
s. m. Insieme di rapporti di natura intima, affettiva o sessuale, che coinvolgono persone informate e consapevoli, al di fuori degli schemi tradizionali.
• [tit.] Indignati sì, ma contro la monogamia. Teoria e prassi del «poliamore» [testo] [...] La vedette di Rue89 è Françoise Simpère, una simpatica giornalista col pallino dei romanzi erotici, che da anni teorizza il «poliamore», e cioè la libera fornicazione extraconiugale senza contraccolpi di coppia. Si è sempre fatto, ammette l’avanguardista, solo che ora c’è chi lo teorizza. (Marina Valensise, Foglio, 8 luglio 2011, p. 2) • C’è il marito abile che diviene talmente amico dell’amante da far sentire la moglie un’esclusa nel rapporto a tre, fino a che lei ripudia l’amante. Invece, se il marito si trova una nuova compagna, s’instaura di fatto un matrimonio di gruppo basato sull’amore universale. È il poliamore. Che si tratti poi di amore platonico o di una relazione dove tutti sono partner di tutti, dipende dalle alchimie che sorgono tra queste coppie molto aperte. (Elisabetta De Dominis, Giornale, 26 novembre 2015, p. 31, Focus Salute e Benessere) • Per Leunar Miranda, 34enne messicano tra gli organizzatori della community milanese, il poliamore è una consapevolezza: «Ho capito di non essere monogamo quando ho tradito la mia ex. Mi considero poliamoroso perché è la scelta più etica per me: penso che un solo partner non possa soddisfare ogni mio bisogno». (Greta Sclaunich, Corriere della sera, 20 maggio 2017, p. 37, Tempi liberi).
- Composto dal confisso poli- aggiunto al s. m. amore.
- Già attestato nella Stampa del 20 giugno 2004, p. 26, Spettacoli (Helena Velena intervistata da Bruno Ruffilli).