POLETI (Πωληταί)
Erano magistrati di carattere finanziario, che si ritrovano in varie parti del mondo greco, ma specialmente in Atene, dove le loro attribuzioni erano più che altrove importanti e chiaramente stabilite. Dieci di numero, scelti da ognuna delle tribù e presieduti da uno dei loro membri, che variava a ogni pritania, i P. si dovevano occupare, come indica l'etimologia stessa del loro nome, delle vendite dei beni confiscati dallo stato. Dovevano, inoltre, dare in appalto le proprietà pubbliche (fra le altre le miniere) e stabilire le imposte, che poi venivano riscosse dagli apodetti. In questa loro attività i P. erano più o meno controllati dall'autorità del senato, al quale dovevano in determinate occasioni presentare i loro conti. Essi avevano anche, nel mercato ateniese, una sede speciale che si chiamava Poleterion.
Bibl.: G. Glotz, in Daremberg e Saglio, Dictionnaire des antiquités grecques et romaines, s. v. Poletai; G. Busolt, Griechische Staatskunde, II, Monaco 1926, p. 1141 seg. (cfr. Indici).