POLA (croato Pula; XXVII, p. 603 e App. I, p. 943)
La città di Pola (33.948 ab. accentrati; 46.259 nell'ambito del comune, secondo i dati del censimento 1936), è stata dal trattato di pace con l'Italia (10 febbraio 1947), assegnata alla Iugoslavia, che la ha incorporata nella Repubblica federata di Croazia. Ciò ha provocato l'esodo di una notevole parte della sua popolazione che si trasferì via mare in Italia. I profughi, sparsi nelle varie città italiane, assommano a circa 25.000.
Un bombardamento del 3 marzo 1945 ha prodotto danni di particolare gravità al tempio di Augusto e Roma, atterrato nel pronao e in parte della cella, e al Duomo, un edificio paleocristiano di altissimo interesse, colpito nella zona presbiteriale. I due edifici sono stati tuttavia restaurati in maniera esemplare dai tecnici italiani prima che la città fosse consegnata alle autorità iugoslave.
Storia. - Dal 1943 in poi la città seguì le vicende comuni della Venezia Giulia. Nel maggio 1945 fu occupata dagli Iugoslavi, i quali però il 12 giugno dovettero cedere la città con le installazioni militari e l'aeroporto agli Inglesi. Questi vi stabilirono organi amministrativi formati con la collaborazione del CLN. Nella primavera del 1946, durante la visita della commissione d'inchiesta per la Venezia Giulia, mentre le città della "Zona A" erano paralizzate da scioperi politici, la maggioranza della popolazione di Pola iniziò grandi dimostrazioni a favore dell'Italia. Nelle vicende drammatiche che segnarono l'assegnazione della città alla Iugoslavia s'inserisce l'uccisione del generale britannico De Winton per mano di Maria Pasquinelli (10 febbraio 1947). Il 15 settembre 1947 gli ultimi soldati inglesi abbandonarono la città.