POITOU
Antica provincia della Francia occidentale, estesa tra la Bretagna e l'Angiò a N, la Turenna a N-E, il Berry e la Marche a E, il Limosino a S-E, l'Angoumois, la Saintonge, l'Aunis a S e l'oceano Atlantico a O.
Le vestigia artistiche rilevanti del periodo che va dall'età tardoantica all'anno Mille ca. appartengono tutte all'arte religiosa.La decorazione del battistero di Saint-Jean a Poitiers (v.) dimostra che nel P. l'arte altomedievale si andò elaborando a partire da correnti diverse; qui infatti sculture di carattere antichizzante appaiono giustapposte a rilievi i cui motivi decorativi e il cui stile si ricollegano ai caratteri propri degli oggetti preziosi del mondo barbarico.Le fonti riferiscono che sulle tombe dei santi - per es. s. Ilario a Poitiers - o intorno a reliquie venerabili furono erette basiliche, ma esse non si sono conservate nel loro stato originario. Ai secc. 7°-8° risale l'Ipogeo des Dunes a Poitiers.Nella necropoli merovingia di Civaux (dip. Vienne) è possibile osservare in situ una considerevole quantità di sarcofagi, non lontano dalle fondamenta di un piccolo battistero rurale e dalla chiesa dedicata ai ss. Gervasio e Protasio, la cui abside, realizzata in conci rettangolari allungati accuratamente tagliati, risale forse al 6° secolo.Gli ultimi secoli del primo millennio videro la costruzione e la ricostruzione di molte chiese a Poitiers e le fondazioni di grandi abbazie, come Saint-Savin, Saint-Sauveur a Charroux (dip. Vienne) e Saint-Maixent (dip. Deux-Sèvres), ma questa attività edilizia ha lasciato solo pochissime tracce, come per es. gli stucchi di Vouneuil-sous-Biard (Poitiers, Mus. Sainte-Croix). I resti di tutta una decorazione parietale con architetture e personaggi - decorazione che si ricollega ad analoghi motivi del mondo alpino come quelli di Disentis, nei Grigioni - lasciano pensare che gli artisti attivi in quest'epoca nel P. fossero sensibili alle mode allora diffuse in Occidente.Gli antichi alzati delle cripte di Nouaillé-Maupertuis (dip. Vienne) e di Saint-Léger a Saint-Maixent e i resti di Ension a Saint-Jouin-de-Marnes (dip. Deux-Sèvres) dimostrano che la struttura delle chiese era andata diversificandosi, senza dubbio in relazione con il diffondersi del culto delle reliquie.A ridosso dell'epoca romanica, la varietà delle formule architettoniche e la padronanza dell'arte della costruzione si colgono bene a Saint-Généroux (dip. Deux-Sèvres) e a Ligugé (dip. Vienne). Anche le pitture, databili forse al sec. 10°, di Saint-Pierre-les-Eglises presso Chauvigny (dip. Vienne), modesto edificio rurale, dimostrano che il fiorire del Romanico non avvenne in un deserto artistico. Nel P. si ebbe probabilmente una fiorente arte carolingia ed è compito degli archeologi sviluppare le conoscenze in questo campo.Poco dopo l'anno Mille, all'epoca in cui Guglielmo V il Grande era conte del P. e duca di Aquitania (990 ca.-1030), la città di Poitiers subì una metamorfosi. Anche gli importanti centri monastici - Saint-Savin, Charroux, Saint-Maixent, Maillezais - assai legati all'ambiente comitale, vissero una fase di grande trasformazione.Di questa prima epoca romanica si conservano alcuni edifici eccezionali, innovativi sotto molti punti di vista. L'originalità dei partiti architettonici, la varietà delle morfologie, l'eccellenza della tecnica muraria, lo splendore della decorazione parietale testimoniano certamente della buona organizzazione e del lavoro ininterrotto dei cantieri. Come attestano ancora le sue grandiose rovine, l'abbaziale di Saint-Sauveur a Charroux presentava una rotonda a triplo deambulatorio al centro di una chiesa cruciforme. Per questo edificio era stato scelto e realizzato un impianto del coro con deambulatorio e cappelle radiali, che consentiva la moltiplicazione degli altari e agevolava la circolazione dei membri del clero e, se necessario, dei pellegrini. Segnali o simboli, alcune torri indicavano i luoghi privilegiati degli ingressi (torri-portico) o degli altari maggiori (in qualche caso torri-lanterna) e, secondariamente, assolvevano anche la funzione pratica di ospitare i corpi-scala; alcune di esse vennero usate come campanili. A Charroux se ne potevano contare forse sette.Questi grandi cantieri furono teatro di una vera rivoluzione architettonica, in particolare con la sostituzione delle coperture a tetto a vista con volte di pietra poggianti sui corpi longitudinali e sui transetti.In Saint-Savin e in Saint-Hilaire-le-Grand, in Notre-Dame-la-Grande e nel battistero a Poitiers, ai muri esterni in calcari locali, che catturano bene la luce, rispondono le pareti bianche delle navate, decorate, così come le volte e i cori, da scene vivacemente colorate raffiguranti episodi della Bibbia o della vita dei santi. I colori dominanti sono gli ocra rossi, gialli e bruni, i verdi e i blu, spesso sbiaditi. Oltre alla pittura parietale, si manifesta timidamente anche il gusto del rilievo con motivi vegetali, animali e personaggi che compaiono su capitelli e lastre.La costruzione dell'abbaziale di Saint-Jean-de-Montierneuf a Poitiers, fondata nel 1069, finanziata da Guglielmo VIII, conte del P. e duca d'Aquitania (1027 ca.-1086), servì da modello per una nuova generazione di chiese, tra cui Saint-Eutrope a Saintes (dip. Charente-Maritime). In generale di dimensioni più modeste, molte delle nuove chiese del P. adottarono le formule messe a punto in questa chiesa di obbedienza cluniacense: impiego generalizzato della pietra da taglio tanto all'interno quanto all'esterno, giustapposizione di sculture diverse, presenza di mostri nella decorazione e soprattutto adozione della facciata-schermo ad archivolti decorati con motivi ornamentali. Tra le chiese della generazione del 1080-1110 occorre ricordare Saint-Pierre a Parthenay-le-Vieux (dip. Deux-Sèvres), Saint-Pierre e Notre-Dame a Chauvigny, Saint-Hilaire a Melle, Saint-Pierre ad Airvault (dip. Deux-Sèvres); in questa stessa epoca lavori vennero condotti nell'abbaziale di Saint-Maixent e in quella di Saint-Jouin-de-Marnes.Le nuove soluzioni ebbero spesso ripercussioni non solo nella regione immediatamente circostante, ma anche al di là, come nel caso del ciclo scultoreo di Saint-Pierre a Chauvigny, monumento tipico dell'architettura romanica del P., collegiata fondata dai vescovi di Poitiers. Il programma elaborato nell'emiciclo del coro è riferito a Cristo che viene a salvare l'uomo tentato e minacciato dal diavolo ed è sviluppato con immagini potenti, facilmente identificabili e concepite per colpire gli occhi e lo spirito. Forse per la prima volta, l'intero spazio del colonnato viene utilizzato per le figure; la scultura comincia dunque a prendere il posto della pittura murale nella trasmissione del messaggio cristiano.Verosimilmente, mentre si preparava e si allestiva, sotto l'egida del vescovo Girardo, legato papale, la grande facciata scolpita della cattedrale di Angoulême (dip. Charente), intorno al 1115-1130, i canonici di Notre-Dame-la-Grande di Poitiers - forse sostenuti dal conte - procedettero a un ampliamento in lunghezza della propria chiesa, sostituendo la vecchia entrata occidentale con una facciata-schermo interamente decorata da sculture. Gli scultori di Montmorillon, di Villesalem (dip. Vienne) e di molte chiese rurali intorno a Poitiers si ispirarono direttamente a questo capolavoro. Un grande fascino sugli artisti attivi alla facciata di Notre-Dame-la-Grande fu esercitato dalle imprese pittoriche delle generazioni precedenti, fonte di ispirazione non solo di temi iconografici, ma anche di abbozzi di composizioni, di profili e di ornamenti. Quanto gli scultori della prima metà del sec. 12° dovessero ai pittori del secolo precedente è particolarmente visibile in Saint-Pierre ad Aulnay-de-Saintonge (v.), che appartiene al P. romanico.In quest'epoca si registrò una forte ondata di costruzioni in ambito rurale: chiese parrocchiali, priorati benedettini o di Ordini nuovi, quali i Cistercensi, i Grandmontani e i Fontevristi. Fontevrault, nell'Angiò, dipendeva dalla diocesi di Poitiers, al pari della regione di Ruffec, nell'Angoumois. Nel P. resta oltre un centinaio di chiese o di parti di chiese romaniche della fine del sec. 11° e del 12°; tali edifici, decorati di sculture spesso pittoresche, possono essere raggruppati per affinità. Così, nella parte occidentale della diocesi, si evidenziano i legami diretti che univano il basso P. e la Saintonge, senza l'intermediazione di Poitiers, particolarmente nella regione di Parthenay (chiese di Notre-Dame-de-la-Couldre a Parthenay, di Foussais e di Vouvant) e in quella di Thouars (chiesa di Saint-Jouin-de-Marnes).Verso il 1150 a Poitiers venne progettata una nuova cattedrale, Saint-Pierre, che introdusse un nuovo stile, quello del Gotico occidentale, detto angioino o plantageneto. Con l'introduzione delle volte ogivali gli architetti proposero alcuni cambiamenti nella concezione dei muri e dei volumi. Le stesse transizioni si possono cogliere anche nell'arte della scultura, dove si riscontra una vera e propria rinascita del corinzio, e in quella del colore, come nella vetrata della Crocifissione.Anche se si sono conservati numerosi edifici, pitture e sculture di epoca romanica, che fanno del P. una delle regioni più ricche della Francia sotto questo profilo, occorre tuttavia sottolineare anche le notevoli perdite, in particolare quella dei chiostri - salvo che a Nieul-sur-l'Autise (dip. Vendée), le rare testimonianze del loro apparato decorativo scultoreo sono conservate nei musei - e della maggior parte degli edifici monastici e delle cappelle cimiteriali. La più interessante tra queste ultime - anche se non è certo che essa avesse tale funzione fin dall'origine - è la cappella ottagonale di Montmorillon; è da segnalare inoltre la presenza di alcune lanterne dei defunti - pilastri dalla sommità traforata, collocati in taluni cimiteri, in cui venivano posti dei lumi - a Château-Larcher e Antigny (dip. Vienne). Altrettanto grave è la perdita pressoché totale dell'arredo religioso, degli oggetti liturgici e dei manoscritti. La Bibl. Mun. di Poitiers conserva alcune opere miniate, tra cui la più celebre è il manoscritto della Vita sanctae Radegundis (250), mentre i musei della regione e i tesori delle chiese custodiscono anche alcuni pezzi di oreficeria e di avorio.La perdita del patrimonio artistico è ancora più grave nel campo dell'architettura civile. Occorre compiere un reale sforzo di immaginazione per ricostruire idealmente i castelli a partire dalle motte e dai donjons di cui la regione è peraltro ancora dotata: a Chauvigny e Touffou, ad Auxances e alla Tour-aux-Cognons nel cuore del P., a Pouzauges (dip. Vendée), in direzione della Bretagna, a Niort (dip. Deux-Sèvres) e a Talmont (dip. Charente-Maritime) verso il mare, ad Angles-sur-l'Anglin verso E, a Moncontour, Loudun (dip. Vienne), seguendo l'avanzata degli Angioini, e in molte altre località. Accanto a queste torri, strutture vuote, spesso costruite con buona tecnica in pietra da taglio nel sec. 11° - certamente dalle stesse maestranze che edificavano le chiese -, vanno ricordati gli elementi superstiti delle cinte murarie delle città e dei monasteri, i ponti come quelli di Saint-Savin e di Saint-Généroux, i pochi resti archeologici delle abitazioni urbane e rurali, gli arredi sepolcrali.
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Il P. faceva parte del vasto insieme di territori che la duchessa Eleonora di Aquitania portò in dote nel 1152 a Enrico II Plantageneto, divenuto poi re d'Inghilterra nel 1154. Questo impero territoriale si dissolse tuttavia alla fine del sec. 12° e nel 1204 il re di Francia Filippo II Augusto (1180-1223) entrò vittorioso a Poitiers. Le vittorie di Luigi IX (1226-1270) confermarono in seguito l'annessione del territorio alla Francia: il P. divenne un appannaggio di Alfonso, fratello del re.A partire dalla metà del sec. 14°, la guerra dei Cento anni gettò questa provincia in un'interminabile alternanza di aperti conflitti e di pace precaria. Nel 1346 Poitiers venne conquistata dagli Inglesi. Successivamente con il trattato di Brétigny (1360), a seguito della disastrosa battaglia di NouailléMaupertuis del 1356, si ricostituì una grande Aquitania inglese a vantaggio di Edoardo di Galles, detto il Principe Nero (m. nel 1376). Ancora una volta, però, questo grande insieme di territori si disgregò rapidamente e, nel 1372, Poitiers passò nuovamente ai Francesi; ebbe con ciò inizio un nuovo periodo di relativa pace, segnato dal brillante governo di Jean de Valois, duca di Berry (1356-1416). Nel corso di tale periodo la produzione artistica non poté non risentire di queste alterne vicende politiche e militari.La cattedrale di Saint-Pierre a Poitiers, la cui costruzione venne certamente avviata poco dopo la metà del sec. 12°, introdusse nel cuore del P. le forme che erano state elaborate nell'Angiò ed esemplificate dalla navata unica del Saint-Maurice ad Angers, caratterizzate dall'adozione di volte fortemente bombate, rinnovando però le formule angioine grazie all'adozione di una pianta a tre navate e di un grande capocroce rettilineo che conferiva a questa parte dell'edificio quasi l'aspetto di una fortezza. L'impianto generale è quello di una chiesa 'a sala', giacché le navate di uguale altezza si contraffortano reciprocamente; volte fortemente bombate, armate di quattro grosse nervature prive di chiave, sono disposte sulle sei campate impostate sulle due coppie di pilastri orientali, nonché sul braccio meridionale del transetto.Questo tipo di copertura a volte si ritrova in alcune chiese del P., che risalgono alla fine del sec. 12°: così nell'abbaziale di Angles (dip. Vendée), dove grandi statue si innalzano dinanzi al punto di imposta delle ogive; nel corpo longitudinale di Notre-Dame a Bressuire (dip. Deux-Sèvres) e a Saint-Nicolas a Tiffauges (dip. Vendée). Questi grossi costoloni vennero tuttavia abbandonati molto presto, in favore di un reticolo di nervature più sottili e sempre più numerose, le cui terminazioni penetrano direttamente nella muratura degli spicchi della volta. In qualche caso queste nervature disegnano un reticolo complicato dalle molteplici diramazioni, come si ritrova essenzialmente nell'Angiò alla stessa epoca. Ma questa formulazione rimase poco diffusa nel P., dove nel sec. 13° appare limitata ai corpi longitudinali di Saint-Pierre ad Airvault e di Saint-Jouin-de-Marnes, a Notre-Dame a Le Puy-Notre-Dame (dip. Maine-et-Loire) e alla commenda templare di Moulins, a Bournand (dip. Vienne).Altrove si diffusero le volte bombate a otto nervature sottili, per es. in tutte le campate occidentali della cattedrale di Poitiers. Questo edificio influenzò direttamente il corpo longitudinale di Sainte-Radegonde, sempre a Poitiers, di Le Puy-Notre-Dame e anche le chiese di Saint-Michel a Craon, Saint-Georges a Vivonne, Saint-Pierre a Loudun, Notre-Dame a Montmorillon e le abbaziali dei Canonici regolari di s. Agostino di Fontenelles, presso La-Roche-sur-Yon (dip. Vendée), e di Notre-Dame a La Réau, presso Saint-Martin-l'Ars (dip. Vienne), o ancora il capocroce scalare di Saint-Maixent. Questa architettura produsse edifici sobri, quasi severi, dalle alte finestre strette, con una preferenza pressoché assoluta per il capocroce rettilineo. La scultura fa corpo con l'architettura, ma compare solo su elementi di modeste dimensioni: capitelli, mensole o chiavi di volta, sulle quali in qualche caso tende a delinearsi un vero e proprio programma iconografico, come nel caso del Giudizio universale sulle diverse chiavi di volta del coro, ad Airvault e a Saint-Jouin-de-Marnes.A partire dalla metà del sec. 13°, a seguito dell'annessione della provincia alla Corona, il Gotico dei territori regali fece sentire la sua influenza in misura sempre crescente. Come in precedenza, la cattedrale di Poitiers, la cui costruzione procedette per oltre un secolo, è il migliore rivelatore di questa evoluzione. Nelle campate occidentali comparvero delle modificazioni significative: sopraelevazione della navata centrale e adozione degli ornamenti a traforo per le finestre. Per quel che riguarda la facciata, essa appartiene interamente al nuovo stile, tranne che per le due torri, iniziate nel corso delle campagne costruttive precedenti. L'adozione di tre portali, con strombi destinati a essere decorati da statue, archivolti istoriati e timpani, è in questo senso particolarmente rivelatrice. Il timpano del portale centrale, al pari di quello dell'abbaziale di Charroux, distrutto, ma di cui si conservano molti elementi (fine del sec. 13°), illustra il tema del Giudizio universale.L'influenza dell'architettura settentrionale è sensibile soprattutto nei grandi edifici dove essa venne a sostituire le tradizioni locali, che si esaurivano senza potersi rinnovare; così accade nei cori aerei di Saint-Jean-de-Montierneuf a Poitiers e di Saint-Maixent, sostenuti da archi rampanti. Alla fine del sec. 13° o agli inizi del successivo, la piccola cattedrale di Notre-Dame a Luçon (dip. Vendée) fu ristrutturata con la realizzazione di una navata centrale mediocremente sopraelevata a tre livelli, con triforio e finestre a lancetta. All'incirca alla stessa epoca, il transetto dell'abbaziale di Saint-Pierre a Maillezais venne integralmente ricostruito in uno stile architettonico influenzato dal Gotico normanno.Per quanto concerne l'architettura civile e militare, agli inizi del sec. 13° il profilo del castello fortificato si trasformò rapidamente. Il donjon divenne cilindrico, posto in posizione isolata all'interno della cinta, o assunse il carattere di torre più difesa del perimetro fortificato. Quello di Montreuil-Bonnin si innalza in una vasta cinta quadrangolare. Il castello di Coudray-Salbard, presso Echiré (dip. Deux-Sèvres), risale al primo terzo del sec. 13° ed è dotato di una cinta, pressoché integra, con sei torri collegate tra loro da una galleria muraria. Le due torri più robuste, disposte lungo il lato orientale, presentano una pianta 'a mandorla' e rivestono torri più piccole previste nel progetto iniziale. Altre fortezze adottarono una pianta triangolare; si tratta di quelle di Poitiers, purtroppo scomparsa, di Parthenay - che possiede torri a sprone rivestite nel corso di una ristrutturazione analoga a quella che interessò Coudray-Salbard - e di Gençay, della metà del 13° secolo. La grande cinta fortificata di Bressuire conta fino a trentacinque torri lungo il suo perimetro.In altri centri del P. la prima parte della guerra dei Cento anni determinò la costruzione di un gran numero di fortificazioni di medie dimensioni.
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