poi (pui; poi che)
1. Delle circa 600 ricorrenze di p., con una frequenza che, relativamente costante nelle singole opere nonostante puntuali oscillazioni (v. 4.1.), si aggira sullo 0,3%, le funzioni più attestate sono quelle di avverbio e di congiunzione, sia temporale che causale, seguita e, in un numero ridotto di attestazioni - tutte, tranne una, in poesia (v. 4.) - non seguita da ‛ che ', secondo una tradizione probabilmente provenzale, che affiora sin dal Ritmo su Sant'Alessio (vv. 10, 81 e 143) e da Iacopo da Lentini (nell'incipit della canzone Poi no mi val merzé, e ai vv. 24 e 26). Appena documentati sono l'uso sostantivale di p., il sintagma avverbiale ‛ di p. ' e quello congiunzionale ‛ da p. che '.
1.1. La forma ‛ pui ', di area aretina e umbra (cfr. Parodi, Lingua 178; Rohlfs, Grammatica § 110), ricorre, sempre in rima, 3 volte nella Vita Nuova (XX 5 9, XXXI 9 12, XL 10 11) e 2 nelle Rime (LIX 6 e LXXXVII 24).
2. Nella Vita Nuova le 34 attestazioni di p. con funzione di avverbio sono quasi il doppio di quelle nel sintagma congiunzionale ‛ p. che ', e 18 recano p. in inizio di proposizione o posposto a ‛ e ': cfr. XL 3, e 4 Poi dicea fra me medesimo (ma XXXV 3 e dicea poi fra me medesimo); XLI 1 Poi mandaro due donne gentili a me (incipit del capitolo); XXIII 4 E poi, dopo queste donne, m'apparvero certi visi; XLII 3 E poi [" infine "; v. 4.1.] piaccia a colui che è sire de la cortesia (explicit dell'opera); VII 3 5 e prego sol ch'audir mi sofferiate, / e poi imaginate; XXXVII 8 14 Così dice 'l meo core, / e poi sospira. In III 12 12, XIX 11 45, XXIII 23 43 Poi vidi cose dubitose molte, 24 49 Poi mi parve vedere a poco a poco / turbar lo sole, 28 80 Poi mi partia, consumato ogne duolo (la canzone più ‛ narrativa ' della Vita Nuova), XXIV 7 3, ‛ (e) poi ' ricorre a inizio di verso - una delle sedi in cui, in poesia, ne è preferito l'impiego e in cui questa forma di transizione narrativa appare nell'Intelligenza (LXXX 5 " e poi si stabilir tre dittadori "; CCIII 6 " e poi n'andò al castel di Paluse ").
2.1. Per quanto riguarda il significato di p., la successione logica s'intreccia a quella temporale in XXV 8 non sanza ragione alcuna… la quale poi sia possibile d'aprire per prosa; XXI 6, XX 5 9 Bieltate appare in saggia donna pui; XL 10 11 Se voi restate per volerlo audire / ... lagrimando n'uscireste pui.
2.2. Nel nesso con ‛ onde ' (XIX 3 onde poi, ritornato a la ... cittade, pensando alquanti die, cominciai una canzone; XXII 7 Onde io poi, pensando, propuosi di dire parole; XXIII 16, XXIV 6, XXXII 3: sono affini i contesti in cui ricorre il sintagma) e quando p. è proposto a verbo iniziale di frase, un accento particolare lo colpisce e, isolandolo nella proposizione, ne esalta le caratteristiche espressive non soltanto di successione cronologica, ma anche di elemento di vago contrappunto narrativo, come mostrano gli incipit di XIX Avvenne poi che... a me giunse tanta volontade di dire (XVIII 9 dimorai alquanti dì con desiderio di dire e con paura di cominciare, è l'explicit del capitolo precedente), e XXXVI Avvenne poi che... questa donna... si facea d'una vista pietosa (cfr. anche IV 1 io divenni in picciolo tempo poi di sì fraile... condizione, e XVII 1 avvegna che sempre poi tacesse di dire a lei).
2.3. La correlazione con ‛ prima ' ricorre in XX 8 e XXVIII 3 prima dicerò ... e poi n'assegnerò alcuna ragione (n. 4.1.2. e 5.2.).
2.4. Con funzione di congiunzione, p. ricorre soltanto in poesia: XXVII 4 9 sente la frale anima mia / tanta dolcezza ... / poi [" perché ", causale] prende Amore in me tanta vertute.
2.5. La congiunzione ‛ p. che ', con valore temporale e riferita al passato, è seguita da trapassato remoto (con un modulo sintattico che, già presente nel Ritmo su Sant'Alessio 81 " Poi lu fante fu crescutu " e 143 " Poe la messa foe cantata ", ritroviamo soprattutto nell'Inferno, cfr. 5.7.; cfr. anche Intelligenza CXXXVIII 4 " poi ch'ebbe i gran tesori dispogliati ") in III 1 Poi che fuoro passati tanti die; XVIII 3 E poi che m'ebbe dette queste parole, e 6; XXXIII 1 Poi che detto ei questo sonetto; XXX 1 Poi che fue partita da questo secolo: come mostrano gli esempi, sedi predilette sono gli incipit di capitoli (cfr. anche XVII 1, XXXI e XXXII 1; v. 4.2.).
2.6. ‛ P. che ' ha valore causale (" se è vero che ", " dal momento che ", " considerando che ", oltre a " siccome ") in VIII 4 1 Piangete, amanti, poi che piange Amore (dopo cesura); VIII 8 4 poi che hai data matera al cor doglioso (inizio di verso); XVIII 3 A che fine ami tu questa tua donna, poi che tu non puoi sostenere la sua presenza?, e 8; XXIII 27 75, XXXI 9 12 dicerò di lei piangendo, pui / che si n'è gita in ciel (il difficile enjambement è usato solo qui).
3. Nelle Rime, 23 attestazioni su 41 ricorrono in inizio di verso. P. ritorna 21 volte quale avverbio, in rima (v. 5.) in LII 9 E monna Vanna e monna Lagia poi; LXVII 23, e 79 piangendo disse a l'altre poi; LIX 6 pregatel che mi laghi venir pui; LXXXVII 24 ch'io vo' piangendo e non m'acchetai pui; in inizio di verso in LVIII 8 poi con atto di spirito cocente / creasti speme; LXII 5, C 20 e poi si solve, e cade in bianca falda; CIII 78, CIV 45 Poi cominciò (v. 5.1.), e 56; CVI 158, CXVI 22; in altra sede in LXVI 6, LXVII 71, XCV 11, CII 35, CIII 55, Cv 6 chi la giustizia uccide e poi rifugge / al gran tiranno (dopo cesura); CXVI 56 E mostra poi la faccia scolorita, e 59 lunga fiata poi rimane oscura; Rime dubbie I 14 e XVII 7.
3.1. Quale congiunzione, p. ricorre in 10 casi, tra i quali è notevole, per la posizione di p., XLIV 7 conven poi [" siccome conviene ": il sonetto riecheggia la maniera oscura di Dante da Maiano] voi laudar sanza far nomo, / è forte a lingua mia. Cfr. inoltre XLII 9, L 16 poi sol da voi lo suo soccorso attende, e 36; CII 4, CIV 99, CVI 136 poi sol simile è in grado, e Rime dubbie XVIII 9, con p. a inizio di verso; dopo cesura, in LI 3 e XCI 26. P. ha valore di elemento esplicativo, " infatti ", in LI 9 già mai pace non farò con elli [" gli occhi "]; / poi tanto furo, che … / non conobber vedendo, se almeno si preferisce un'interpunzione netta tra i vv. 8 e 9 (cfr. Rime dubbie I 5; e vedi 4.).
3.2. ‛ p. che ' ricorre in inizio di verso in XC 18 poi che l'anima mia fu fatta ancella; CIV 37 Poi che fatta si fu palese e conta; CVI 17 e 111; è preceduta da altro elemento connettivo, in CIV 59 E poi che prese l'uno e l'altro dardo; LXVII 18 ma poi che sepper di loro intelletto; LXVIII 32, Rime dubbie XV 1; dopo cesura, in LXXXIV 2 voi che nasceste poi ch'io cominciai / a dir per quella donna; CIV 89, Rime dubbie XVI 26.
3.3. Delle Rime dubbie, oltre alla correlazione di I 10 Sia ringraziato Amor, che se n'accorse / primeramente; poi la donna saggia, si ricordi il sintagma temporale ‛ da p. ', in XVI 12 dilettare il core da poi non s'è voluto.
4. Nel Convivio, l'uso avverbiale di p. prevale nettamente su quello congiunzionale, con 119 casi su 163 complessivi: le attestazioni di ‛ p. che ' sono 39, mentre l'uso congiunzionale di p. ricorre soltanto, unica attestazione in prosa, in II VI 3 Poi li ho chiamati ad udire quello ch'io voglio, assegno due ragioni per che io... deggio loro parlare; in IV Le dolci rime 52 poi chi pinge figura, / se non può esser lei, non la può porre, p. ha funzione di elemento connettivo esplicitante, " infatti " (v. 3.1.).
4.1. La frequenza dell'avverbio p. è in relazione ad alcuni elenchi e a sequenze logiche del trattato, in quanto commenta le canzoni: nel I trattato, ove mancano queste esigenze didascaliche, p. ricorre soltanto 12. volte. Per l'uso in elenchi, cfr. II V 6 Poi sono le Dominazioni; appresso le Virtuti; poi li Principati (cfr. Pd XXVIII 122 prima Dominazioni, e poi Virtudi), e III III 13; in IV XXIV 18 l'elenco delle persone cui è dovuta obbedienza, conclude: E poi [" infine "] deono essere obediti maestri e maggiori; IV XII 16 vedemo li parvuli desiderare... un pomo; e poi... uno augellino; e poi... bel vestimento; e poi lo cavallo; e poi una donna; e poi ricchezza non grande, e poi grande, e poi più; XXIIII 14.
4.1.1. Dell'uso avverbiale di p. sono caratteristiche le rideterminazioni, semanticamente ridondanti, con avverbi quali ‛ appresso ' (II IX 3 Poi appresso, ad iscusa di sé dico che si volge tutto lo mio pensiero; IV XX 3, XXIX 5); ‛ sussequentemente ' (II VII 7 Poi sussequentemente dico l'effetto di questo pensiero, X 11, III XIV 12); e verbi quali ‛ procedere ' (II IX 6 Poi procede a la terza cosa, e dice; III IX 3, XI 2, IV X 5, XXII 6); ‛ seguire ' e ‛ seguitare ' (II XV 12 Tutto l'altro che segue poi di questa canzone; III XII 9, XIII 3), per lo più in relazione a singoli momenti o alla struttura del testo (cfr. I VI 1 Mostrato come... resta a mostrare come... e poi sarà conchiuso come.., fu mestiere volgarmente parlare; IV XVIII 3 E poi conchiude... e dice...; I XII 2).
4.1.2. Ancora collegate con il carattere didattico dell'opera, ricca di distinzioni e suddivisioni, sono le non infrequenti correlazioni con ‛ prima ', in I III 6, II III 1 e prima dirò del cielo, poi dirò di loro a cu' io parlo; VIII 3, XI 7, XIV 1 è da vedere prima la comparazione de la Fisica, e poi quella de la Metafisica; III XI 2, XII 7, XIV 1; IV II 15 prima si promette di trattare lo vero, e poi di riprovare lo falso; X 2, XXI 2, XXII 18, XXVI 4 prima conviene essere perfetto, e poi la sua perfezione comunicare ad altri (cfr. 2.3. e 5.2.).
Il rapporto temporale ha un'accezione di reciprocità (" a sua, a loro volta ") in II II 2 E così fatti, dentro... lei poi fero tale; V 12 tutti questi ordini si perderono alquanti... forse... la decima parte; a la quale restaurare fu l'umana natura poi creata.
4.1.2. Quasi costante, infine, è l'uso di p. in relazione allo sviluppo del commento, parallelo a quello della canzone. Ritornano spesso Poi quando dico, (si) dice (II VII 9, IX 2, XV 11, III IV 3 e 4, IV VII 8 e 14, VIII 14 e 15, XIII 3, XV 6 e 11, X 7, XV 10, XIX 8, XX 6, XXIII 4 (Poi quando comincia), e Poi (dove) dice, E dice poi, Dico poi (II X 7, XV 7, 8 e 10, III III 12, IV X 5, XIX 8). Il riferimento di p. a ‛ dire ' è, tuttavia, il più frequente anche nella Commedia (v. 5.1.).
4.2. La congiunzione ‛ p. che ' ricorre spesso in inizio di proposizione (cfr. I III 4 Poi che fu piacere de li cittadini de la bellissima... figlia di Roma... di gittarmi fuori del suo dolce seno), ma notevole ne è l'uso all'inizio di un capitolo, per raccordarlo con quello precedente, non senza una certa enfasi compendiando l'acquisizione culturale raggiunta: II I 1 Poi che proemialmente ragionando, me ministro, è lo mio pane ne lo precedente trattato... preparato; IV 1 Poi ch'è mostrato nel precedente capitolo, e 17; XII 1, III XI 18, IV VII 5, X 1, XIX 1, XXIII 1, XXVI 1, XXIX 1.
4.2.1. Se si accetta l'interpunzione eletta dagli editori in I XII 13, nell'affermazione che chiude il capitolo, poi che... la bontade è cagione d'amore generativa, ‛ p. che ' ha il valore esplicitante di " infatti " (v. 3.1.).
4.3. Oltre al sintagma temporale ‛ di p. ' (IV XXIII 15 da prima e di poi), ricorre due volte ‛ da p. che ' nella trattazione dell'origine della nobiltà, in IV XV 1 Da poi che... la canzone ha riprovato tempo non richiedersi a nobilitade, e 5 da poi che la transmutazione di viltade è tolta via, conviene l'umana generazione di diversi principii essere discesa (v. 5.8.).
4.4. Uso sostantivato di p. può scorgersi in II VIII 4 quello di prima fosse amore così come quello di poi, e IV II 6 Fisica, è " numero di movimento, secondo prima e poi " (v. 5.4.).
5. Nella Commedia, ove p. ricorre in rima 13 volte su 318 attestazioni (If XXIII 11, XXV 39, Pg XIII 54, XXV 101, XXVII 122, Pd VII 99, XIII 18, XXVI 79; ‛ e p. ' chiude il verso in If XIII 91, Pg XX 68, XXXI 112 e Pd XXV 11), spicca l'uso di p. in inizio di verso. La distribuzione complessiva è la seguente (nella prima colonna s'indicano le ricorrenze iniziali, nella seconda quelle interne al verso):
Mentre nell'Inferno e nel Purgatorio lo scarto tra il numero delle attestazioni iniziali e interne al verso è di circa 30, nel Paradiso si riduce a 3, nonostante il numero delle attestazioni complessive vi sia appena inferiore a quello del Purgatorio, a sua volta inferiore di 24 unità a quello dell'Inferno.
5.1. I costrutti più frequenti in cui ricorre p. sono collegati a momenti obbligati della narrazione. Poi disse (per cui cfr. Intelligenza CXLI 2 " Cesare 'ncominciò 'n prim'a tagliare, poi disse / a' suoi: ‛ Tagliate arditamente ! ' ") apre il verso in If X 46, XIV 139, XV 99, XXI 106 (+ a noi), XXIII 140, XXIV 133, XXXI 76 (+ a me), con gli affini E' poi ridisse (XXVII 100), Poi disser me (XXIII 91), Poi mi tentò e disse (XII 67), Poi cominciai (II 75, XVI 52, e Pg IV 123, Pd XV 73); cominciò poi (v. 3.), If XI 17, XXXIII 4 (e Pg XX 133, XVI 65, XXI 16, Pd III 121, XIX 40, XXIX 10). Poi disse, invece, apre il verso soltanto in Pg V 85 e XXII 142, ed è interno al verso in XXXI 10 e Pd XXXVIII 61, unica attestazione del sintagma nella terza cantica, oltre a XXI 113 E poi, continüando, disse. Ricorre sia nelle introduzioni che al termine di discorsi diretti e, comunque, nelle transizioni narrative, il costrutto del tipo Poi mi rivolsi: If V 115, VII 7 Poi si rivolse a quella 'nfiata labbia (cfr. XIV 67 Poi si rivolse a me con miglior labbia), IX 100, XII 139, XV 121 (e XXIII 87 poi si volsero in sé, e dicean seco); nel Purgatorio ricorrono gli analoghi: VIII 67 Poi, vòlto a me; XVII 81 poi mi volsi al maestro; XXVIII 148 poi a la bella donna torna 'l viso; nel Paradiso, V 86 poi si volse tutta disïante; XXXI 93 poi si tornò a l'etterna fontana. Altri costrutti con funzione analoga, in If XXXI 28 Poi caramente mi prese per mano / e disse; XIII 79 Un poco attese, e poi " Da ch'el si tace ", / disse (cfr. Pg XXIV 16 Sì disse prima; e poi: " Qui non si vieta... ": è l'unico passo in cui ‛ e poi ' introduce un discorso diretto); X 41 e 124, XIII 91, XIX 65, XXIV 121 Lo duca il domandò poi chi ello era, Pg III 112, Pd II 52, XXIV 97 Io udi' poi: " L'antica e la novella / proposizion... ".
5.2. La correlazione con ‛ prima ' ricorre una decina di volte, in If XXXI 6 prima di trista e poi di buona mancia (la struttura metrica è eguale in Pd XX 74, affine in XXVIII 122); Pg XIV 16 (citato in 5.1.; con la stessa distribuzione di XXV 50, Pd VI 83); Pd XIX 105 né pria né poi ch'el si chiavasse al legno; XIII 18 (v. 5.3.), XXVI 79, If XXIV 144. Il contrasto è soltanto apparente in XX 43 prima, poi, ribatter li convenne / li duo serpenti... / che rïavesse le maschili penne (v. 2.3. e 4.1.2.).
5.3. ‛ E p. ' dopo cesura è più frequente nell'Inferno che nelle altre cantiche: If II 75, V 15 dicono e odono e poi son giù volte; VI 92 guardommi un poco e poi chinò la testa (cfr. X 41, Pg VII 13); If VIII 23, X 124, XIII 79, XXIV 107, XXVII 60, e 67 Io fui uom d'arme, e poi fui cordigliero; XXIX 62, XXX 94, XXXI 6, Pg VI 86, XVI 65, XVIII 102, XXI 92 cantai di Tebe, e poi del grande Achille; XXIV 16 e 34, XXV 50, XXXII 55, Pd II 52, III 121, VI 83 fatto avea prima e poi era fatturo; XX 74, XXIV 69, XXVI 86 e 89, XXVIII 122, XXXII 33.
5.4. L'uso sostantivato di p. è limitato a Pd XIII 18 l'uno andasse al primo e l'altro al poi (v. 4.4.).
5.5. La congiunzione p. ricorre, sempre in inizio di verso, con valore temporale in Pg X 1 Poi [" dopo che "] fummo dentro al soglio de la porta; XIV 130, XV 34 Poi giunti fummo a l'angel benedetto; con valore causale, in X 128 poi [" siccome "] siete quasi antomata in difetto; Pd III 27 poi sopra'l vero ancor lo piè non fida. Per il complesso problema di Pd VI 136 E poi il mosser le parole bieco, se debba intendersi congiunzione (" poi che ") o avverbio, e quindi con conseguenze sull'interpunzione a fine terzina, v. S. Debenedetti, in " Studi d. " VII (1923) 83-96, favorevole a intenderlo congiunzione (così poi il Petrocchi nella sua edizione), e S. Mariotti, Il c. VI del Paradiso, in Nuove lett. V 402-403, che ha recato forti argomenti a favore dell'avverbio.
5.6. La rideterminazione ‛ p. appresso ' è in If VI 67 Poi appresso convien che questa caggia, e Pd XX 85. Il collegamento con ‛ procedere ', in If XVII 61 (v. 4.1.1.).
5.7. La congiunzione ‛ p. che ', con valore temporale, introduce un trapassato remoto, in If I 13 Ma poi ch'i' fui al piè d'un colle giunto, e 28, X 88, XXVI 76, XXXII 45, Pg XIV 72, Pd XI 13 Poi che ciascuno fu tornato ne lo / punto del cerchio (v. 2.5.); e un trapassato prossimo, in If XXVI 132 poi che 'ntrati eravam ne l'alto passo.
5.8. Anche ‛ da p. che ', attestato soltanto in Pd IX 1 Da poi che Carlo tuo, bella Clemenza, / m'ebbe chiarito, introduce un trapassato remoto (v. 4.3.).
6. Della trentina di attestazioni del Fiore, le più frequenti sono quelle avverbiali di p. ed ‛ e p. ' quasi sempre nella forma scorciata ‛ po' ', per lo più a inizio di verso e, in specie, nell'ultima terzina dei sonetti (XL 14 Faccia Dio po' del fiore su' piacere; LXVIII 12, LXXXIX 14 E queste son le lor grandi astinanze! / Po' van la povertà altrui abbellendo, ove non si esclude il significato di " e per di più ", " oltretutto "; CXXXVI 13, CLXXI 12, CLXXII 14 Po' dimora con lui e fagli festa; CC 12). Per l'uso dopo cesura, cfr. L 11 Col braccio al collo sì diè on menare / il su' nemico... e po' farlo impiccare.
Della congiunzione ‛ po' ' le attestazioni, tutte in inizio di verso, sono in XXII 8, LXX 1 Po' mi convien ovrar di tradigione / ... i' la farò; XXIX 13, CCIV 1 Po' sentì 'l fatto Vergogna e Paura / ... ciascuna sì vi corse a lui aitare. Anche della congiunzione ‛ po' che ' tutte le attestazioni aprono il verso: XXVII 8, XL 2, LXXXVIII 1 Po' che vi piace, ed i' sì 'l vi diroe; CXII 9, CLV 2, CCIV 10.
7. Nel Detto si trova soltanto Po' ch'e'm'ebbe inservito / ... i'l'ho tenuto maggio (v. 6); vi si nota ancora (v. 5.7., 5.8.) l'uso del trapassato remoto, forse sollecitato dalla facile (e popolaresca?) rima con il participio debole.