Poi che sguardando il cor feriste in tanto
. Sonetto (Rime dubbie XV; schema Abba Abba; cdc dcd) attribuito a D. da alcuni studiosi (Witte, Moore) sulla scorta della nota (" idem Dantes ") presente nell'unica testimonianza manoscritta del sonetto, il codice o 63 sup. della biblioteca Ambrosiana (non è stato finora possibile rintracciare un altro testimonio, la guardia membranacea di un codice del sec. XVI, veduto dal Lamma, dove però il componimento risultava attribuito a Cino da Pistoia).
Il dubbio sull'attribuzione è rafforzato dalla comprovata inattendibilità di molte delle attribuzioni del codice Ambrosiano. Né il contenuto del sonetto - una variazione sul tema " del frustissimo spunto doloroso, in un'accezione piuttosto mediocre " (Contini) - offre elementi a sostegno della paternità dantesca; benché, come pur nota il Mattalia, non vi siano " ragioni stilistiche per rigettarlo come non dantesco ".
Bibl. - E. Lamma, Questioni dantesche, Bologna 1902, 11; M. Barbi-V. Pernicone, Sulla corrispondenza fra D. e G. Quirini, in " Studi d. " XXV (1940) 100-108; Contini, Rime 253-254; D.A., Rime, a c. di D. Mattalia, Milano 1943; Barbi-Pernicone, Rime 685-686.