PODGORA
. Altura e villaggio sulla destra dell'Isonzo, di fronte a Gorizia.
Durante la guerra mondiale gli Austriaci ne avevano fatto un pilastro difensivo della testa di ponte goriziana, costituita appunto dalle alture del sabotino e del Podgora e dalla cortina intermedia delle colline di OslaviaPeuma. Durante le prime quattro battaglie dell'Isonzo, fu oggetto di ripetuti sanguinosi attacchi per parte delle truppe italiane del VI corpo d'armata, ma, nonostante i sacrifizî cruentissimi di fanti, carabinieri reali, guardie di finanza, non fu possibile aver ragione dell'abile e tenace difesa austriaca. "A questa modesta altura - disse un cronista della guerra austriaca, lo Schalek - dobbiamo la nostra salvezza e la gloria". Nell'offensiva autunnale del 1915, la brigata Casale ("gialli del Podgora") espugnava la quota più bassa del Podgora, il cosiddetto Calvario (m. 184), e sulla quota maggiore (m. 240) le trincee poterono essere portate fin presso il culmine dell'altura. Nella sesta battaglia dell'Isonzo (agosto 1916) alfine, dopo tre giorni di lotta asprissima, la fosca altura poté essere completamente conquistata; un ultimo, disperato contrattacco austriaco, lanciato nella notte sull'8 agosto, fu respinto con perdite gravissime. A mezzogiorno dell'8 i superstiti di quota 240, ormai accerchiati, si arrendevano, e la via per Gorizia, così, era aperta.