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Podestadi

di Attilio Mellone - Enciclopedia Dantesca (1970)
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Podestadi (Potestati; Potestadi)

Attilio Mellone

In Cv II V 6, seguendo i Moralium libri di s. Gregorio Magno, D. le ritiene l'ordine angelico più basso della gerarchia più alta; invece in Pd XXVIII 123, con la maggioranza degli scolastici, accetta la classificazione esposta più diffusamente dallo pseudo Dionigi l'Areopagita, che le aveva pensate il coro più basso della seconda gerarchia (v.).

Pertanto secondo il Convivio le P. quanto a nobilitade sono inferiori ai Cherubini e ai Serafini e superiori a tutti gli altri ordini; contemplano lo Padre secondo che da lui procede lo Spirito Santo, e come da lui si parte e come con lui sé unisce (II V 10); sono modello del settimo cielo, cioè di Saturno, e alcune di esse gl'infondono il moto (§§ 12-13). Le P. motrici di Saturno dovrebbero essere tre o al massimo quattro (v. ANGELO: Gli A. e i cieli), perché secondo Alfragano (Liber de aggregationibus scientiae stellarum 14, ediz. R. Campani, città di Castello 1910, 121-122 e 124-125) il settimo cielo ha tre movimenti propri oltre a quello diurno. Secondo il Paradiso le P. hanno un grado di visione beatifica, di amore e di beatitudine superiore ai Principati, agli Arcangeli e agli Angeli e inferiore a tutti gli altri cori (XXVIII 37-45 e 70-78); sono essemplare del cielo del Sole, quarto (v. 56, e cfr. vv. 64-78), e gl'imprimono i movimenti (II 127-131). Se la Commedia ha conservato la teoria del Convivio sul numero degli angeli motori, le P. motrici del Sole sarebbero due o tre, perché Alfragano (pp. 116-117), attribuisce al quarto cielo due movimenti propri oltre al diurno.

In Ep XI 4, D. parla di apostatae Potestates in opposizione agli angeli custodi (defensantes Angelos); ma, come appare chiaro, intende i demoni, tentatori in genere.

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