poco
È vocabolo di largo uso, sia come aggettivo che come avverbio; le uniche forme alterate sono po[chett]uzza, di Rime dubbie VI 8, e pocolino (avverbio), di Rime CXIV 7. Va subito osservato che non sempre è agevole e netta la distinzione fra l'uso aggettivale e quello avverbiale.
1. Come aggettivo o (soprattutto nel Convivio) pronome indefinito ricorre abbastanza spesso, con funzione sia attributiva che predicativa, e significati vari; non di rado è contrapposto a ‛ molto ' o ‛ troppo '.
1.1. In senso quantitativo, per " scarso ", con riferimento a entità per lo più astratte: non già per mia poca bontade, / ma..., Vn VII 4 7; com poca difesa / mostra segnore a cui servo sormonta!, Rime CVI 97; Rime dubbie XI 10; poca podestate, Cv III I 4; I VI 4, IV I 7 (da accostare a If XXIX 114, Detto 160); Transmutasi questo mezzo di molta luce in poca luce, Cv III IX 12 (si noti la contrapposizione, e si veda anche Rime C 9 poca ombra, Pg VII 85 poco sole); poca [" di scarso rilievo ", " non grave "] è l'offesa che D. ha recato a Dio con la sua invidia (XIII 134). Analogamente, in Pd XVI 1 O poca nostra nobiltà di sangue; qui D. vuole " mostrare... la imbecillitade e debolezza della nobilitade, che fa radice solamente nell'antichità del sangue, e non è accompagnata da vertude " (Ottimo).
Con riferimento concreto, è detto del panno occorrente a confezionare le cappe dei monaci fedeli alla regola (Pd XI 132), e anche della petra " ristretta ", " limitata " (la tomba), in cui giacerà il poeta (Rime CII 57).
Può valere anche " debole ", " fiacco ", riferito al vento (nei contesti metaforici di Rime LXVIII 21 e Pg XII 96), oppure, con immagini diverse, alla vita del poeta (Vn XVI 5) e all'amor che infiamma gli accidiosi (Pg XVIII 104); " di non scarso rilievo " (la frase è negativa) è l'argomento, la " ragione " di onore che D. trarrà dal suo colpire i personaggi più in vista (Pd XVII 135). In qualche caso si allude alla dimensione di un oggetto (quale stella par quinci più poca, / parrebbe luna, se paragonata al punto simboleggiante Dio: Pd XXVIII 19; cfr. anche I 34), in qualche altro all'estensione nello spazio: L'altra bëatitudo... / con poco moto seguitò la 'mprenta, " con breve trasferirsi e distribuirsi qua e là " (Lombardi, a Pd XVIII 114; cfr. invece Cv III VIII 11 ridere... con poco [" misurato ", " limitato "] movimento de la... [f]accia); si aggiunga qui If XVII 98, nella raccomandazione di Virgilio a Gerione: le rote larghe, e lo scender sia poco, sia " limitato ", " poco sensibile " il dislivello tra l'uno e l'altro giro; cioè, come spiega l'Andreoli, " la discesa sia obliqua e lenta, a larga spirale ".
Riferito a persona, p. significa " scarno ", " esile ", come nel caso di Michele Scotto che ne' fianchi è così paco (If XX 115; e si veda anche la poca personuzza di Sennuccio [Rime dubbie VI 1] che, ricorda il Contini, " piccol, basso e nero si definiva da sé... nella sua canzone "). Ma nel caso del re di Sicilia, Federico II, che fu " avaro e vile " (Buti), l'aggettivo acquista una forte connotazione morale: a dare ad intender quanto è poco [" dappoco "], / la sua scrittura fien lettere mozze, / che noteranno molto in parvo loco (Pd XIX 133).
È abbastanza frequente anche il concetto di ‛ scarsezza ' numerica messo , in maggior risalto dall'uso pressoché costante del plurale: [Amore] dicea molte cose, le quali io non intendea se non poche, Vn III 3; e cfr. XXIII 1, If XVIII 68, Pg XIV 33, XXVII 67, Pd XI 131, XVII 96; riferito a persona, in Cv II I 5 poca compagnia, III VIII 2, e IV XX 9 quelli che hanno intelletto, che sono pochi; Pd II 10 Voialtri pochi che drizzaste il collo / ... al pan de li angeli, e XXX 132 poca gente (come in Fiore XXXIX 13).
‛ P. tempo ' è formula ripetutamente usata: Vn X 1, Rime L 67, If XXIV 123 (poco tempo è, " poco fa "), XXIX 11 (lo tempo è poco), Pg I 60 (molto poco tempo), XI 140, XIII 24, XXXII 100, Pd VIII 50 (cfr. anche Vn V 3 in poco di tempo: per il partitivo, cfr. 1.3., e per altre determinazioni temporali, cfr. 2.2.). Si considerino inoltre questi luoghi, in cui p. vale ancora " breve ": si riposa / tal volta poca e tal lunga stagione, Vn XX 4 8; 'l viver mio (omai esser de' poco) / fin a la morte mia sospira, Rime LXVIII 12 (analogo a Pd XXI 124); a te... / rispondo brieve con poco pensare, Rime XCIII 2; Al poco giorno e al gran cerchio d'ombra / son giunto, CI 1 (" al giorno breve corrisponde, d'inverno, la notte lunga ", Barbi-Pernicone); XLIX 9; la poca bonaccia è " punto [cioè " breve periodo "] di buono tempo " (Ottimo, a Pg XIII 123). L'espressione ‛ in poca ora ' di If XVI 105 e XXXIV 104, e soprattutto in poco d'ora (XXIV 14, Pg XIX 14; cfr. 1.3.) va accostata a ‛ in (a) poca d'ora ' di Fiore VI 2, XXVI 13, CCVI 7, CLXXXV 8, in cui si ha l'aggettivo accordato con il nome e seguito da un partitivo.
Da considerare ancora l'attestazione del diminutivo che si ha in Rime dubbie VI 8 n'andavi in sul tuo ronzinuzzo, / spesso ambiando con la poc[hett]uzza (che " è restauro del Barbi per pocuzza del codice, e sembra sottintendere sempre personuzza [v. 1] ", Contini). La rima in -uzza e simili è una costante della poesia variamente realistico-giocosa.
1.2. Come pronome indefinito, p. ricorre per lo più nella forma del maschile plurale, in riferimento al numero (cfr. anche Mn I XII 2, VE I I 3, ecc.): " Oh di pochi vivanda " / ... " nostra natura qui a te ci manda... ", Rime CIV 31; l'uomo buono dee la sua presenza dare a pochi e la familiaritade dare a meno, Cv I IV 11; lo latino averebbe a pochi dato lo suo beneficio, ma lo volgare servirà veramente a molti, IX 4 (si noti la contrapposizione); sono alquanti, e non pochi, che..., XI 12; e ancora IV XIII 7, Pg XV 63. In casi del tipo pochi sono quelli che, di Cv I XI 2 - e cfr. anche II XI 7, I I 6 e 7 - è impossibile stabilire se p. sia pronome o aggettivo.
Ma c'è anche il singolare, con valore neutro e riferimento alla quantità: ne le nostre operazioni... peccavasi nel troppo e nel poco (Cv IV VI 13; e cfr. anche XVII 7); poi ch'al poco il viso riformossi / (io dico ‛ al poco ' per rispetto al molto / sensibile...), Pg XXXII 13 e 14, dove sono ancora da rilevare le contrapposizioni.
1.3. A questo valore va ricondotto l'uso, abbastanza frequente, di p. seguito da un partitivo: oltre ai passi già citati (Vn V 3, If XXIV 14 e Pg XIX 14), cfr. Cv I IV 13 conviemmi che con più alto stilo dea, ne la presenta opera, un poco di gravezza; II XII 4 quanto l'arte di gramatica... e un poco di mio ingegno potea fare; e così XIV 16, III V 20, VII 4 (poco de la luce; cfr. II IV 17, e un poco di raggio, If XXXIII 55), Cv IV XXIV 3, sempre con sostantivi astratti, come in Pg XVII 96 o per troppo o per poco di vigore, X 10, Pd VIII 39; Pg XL 109 Colui che del cammin sì poco piglia, " cammina con sì breve e lento passo " (Scartazzini-Vandelli) secondo l'interpretazione comunemente accolta (il Tommaseo rimanda al " carpe viam " di Virg. Aen VI 629); ma il Mattalia intende cammin come " ripiano della cornice, su cui camminano le anime ", dando così all'espressione il senso di " occupa così poco spazio ". E ancora: O somma luce... a la mia mente / ripresta un poco di quel che parevi, Pd XXXIII 69; Poco parer potea lì del di fori [" del cielo "]; / ma, per quel poco, vedea io le stelle / ... più chiare e maggiori, Pg XXVII 88 e 89.
1.4. Ancora in questa forma neutra, p. si trova adoperato sia con valore quantitativo, sia con un valore che oscilla fra quello quantitativo e quello qualitativo di " poca cosa ", " cosa di poco rilievo " (cfr. VE II I 3 multo magis opus est adiutorio illis qui pauca, quam qui multa possunt), " cosa inadeguata all'argomento ": In quella parte del libro de la mia memoria dinanzi a la quale poco si potrebbe leggere, Vn I; Cv IV XXVII 11; non potendo mirar fiso la bellezza della donna, mi convien contentar di dirne poco (III Amor che ne la mente 62, commentato in VIII 14 [seconda occorrenza]); cfr. anche III IV 3, sempre col verbo ‛ dire ', come in IV V 16 Ieronismo... dove di Paolo tocca, dice che meglio è tacere che poco dire, e If X 20 non tegno riposto / a te mio cuor se non per dicer poco: ma qui non c'è l'idea di ‛ inadeguatezza ', che ritorna invece accentuata al massimo quando D. si trova a dover descrivere l'indescrivibile per eccellenza, la visione della Trinità: Oh quanto è corto il dire e come fioco / al mio concetto! e questo, a quel ch'i' vidi, / è tanto, che non basta a dicer ‛ poco ' (Pd XXXIII 123): " quanto è imperfetta la parola umana, quanto inefficace a rendere il mio concetto! e sì che questo concetto, al paragone di ciò ch'io vidi, è così piccola cosa (tanto: cfr. Inf. IV 99) che non basta dir che è poca, ma bisognerebbe dire che è nulla ". Così spiegano Casini-Barbi - e sembra spiegazione convincente -, riprendendo la chiosa del Lana: " eo digo poco, ma convigniravese a dire: eo digo niente "; analogamente Scartazzini-Vandelli, i quali precisano che " basta a dicer equivale a ‛ basta dicer ' "; e altri. Ma si veda il Buti: " lo mio concetto, che io òne d'Iddio... è sì grande [tanto]... per rispetto di quello, che io viddi: imperò che lo concetto fu maggiore che la vista, e la vista anco fu maggiore che possa essere lo mio dire, che non basta a dicer poco: imperò che se ne vorrebbe dire assai e non si può ". Il Mattalia dice che tanto ha " valore restrittivo ... ma conserva sempre il significato di un ‛ tanto ' positivo, a esprimere il quale la parola è ‛ corta ' ", e dopo aver discusso due interpretazioni, conclude: " Non basta a dicer poco... par espressione girata sull'arco del latino ‛ pauca dicere ' e di consimili modi dell'uso, come ‛ bastano poche parole ', ecc.; qui poco dicer non basta, e... il senso logicamente ricavabile sarà il seguente: è meglio non parlarne, rinunziare a dire ".
Analogamente, D. rinunzia a descrivere il suo smarrimento di fronte a Lucifero, però ch'ogne parlar sarebbe poco (If XXXIV 24; cfr. anche XXVIII 6, in un'immagine che dà a poco [aggettivo] il valore di " non abbastanza ampio "); la bellezza di Beatrice nell'Empireo è tale, che tutto quanto è stato detto di lei, conchiuso tutto in una loda, / poca sarebbe a descriverla (Pd XXX 18): " poco nella '21, nel Casella, e del resto nella gran maggioranza delle stampe precedenti (non nel Witte); ma l'esame delle testimonianze impone poca, concordato con loda " (Petrocchi, ad l.). E ancora: tutto ciò che l'aquila romana aveva fatto in mano ad Augusto diventa in apparenza poco e scuro, / se in mano al terzo Cesare si mira, VI 85 (p. può anche essere considerato aggettivo); s'avanti che da me [gli uomini ricchi] facciar partita / non recherò a poco il loro assai, non li " ridurrò in miseria " (Fiore LXXXV 8).
Si aggiunga qui Fiore CLVII 2 Donar di femina sì è gran follia, / sed e' non s'è un poco a genti attrare, per cui cfr. Roman de la Rose 13020-21 " Doner est grant folie, certes, / se n'est un poi, por genz atrere ". Il Petronio, invece, spiegando " a meno che non si tratti di piccoli doni ad attirare la gente ", pare intendere poco come aggettivo, attribuito a donar.
2. Come avverbio, p. (spesso anche ‛ sì p. ') è più frequente che come aggettivo, ed è impiegato a modificare un aggettivo, un verbo o un altro avverbio (o preposizione). E il contrario di ‛ molto ', ‛ troppo ', ‛ assai ', cui non di rado si contrappone: esprime dunque un concetto di scarsezza generica, o con riferimento allo spazio, oppure (quasi esclusivamente con verbi) al tempo, a seconda dei contesti.
A p. si alterna, con frequenza forse anche maggiore, ‛ un p. ', che considerato in sé, come espressione, ha valore innegabilmente avverbiale. Ciò non toglie però che in molti casi, specie in relazione al concetto di tempo, l'evidente facilità d'introdurre un sostantivo possa indurre a considerare ‛ un p. ' come neutro sostantivato (cfr. 1.3.): per es., in If XXIII 139 Lo duca stette un poco a testa china, ‛ un p. ' significa " un poco di tempo "; non altrettanto però si potrebbe dire per casi del tipo di Pg IV 116 quella angoscia / che m'avacciava un poco ancor la lena (cfr. 2.2.; si consideri anche, per un'ulteriore esemplificazione, la coppia sì risposto / poco dinanzi a noi ne fu, e venivan genti innanzi a noi un poco, Pg XIX 83 e V 23). Del resto, una volta entrati in quest'ordine d'idee, anche in If XVII 77 [Virgilio] di poco star m'avea 'mmonito, dovremmo considerare poco come aggettivo, attributo di un ‛ tempo ' facilmente sottintendibile (ma si noti che star potrebb'essere inteso anche infinito sostantivato: nel qual caso p. sarebbe sicuramente aggettivo). Sarà dunque opportuno attribuire senz'altro, anche a ‛ un p. ', valore avverbiale.
Quanto al significato, p. e ‛ un p. ' non sono forse del tutto identici: mentre la prima espressione si fonde, per così dire, con il termine cui si riferisce, la seconda ne resta in un certo senso più indipendente, quasi conservando un suo valore autonomo di determinazione quantitativa. Inoltre p. dà più rilievo al concetto di scarsezza, ‛ un p. ' vale generalmente " alquanto ", " in un certo senso ", " in qualche modo ".
Va notato infine che entrambe le espressioni precedono - ma non di rado seguono - il termine cui si riferiscono, dal quale sono talvolta intenzionalmente separate con l'interposizione di una o più parole.
2.1. Unito ad aggettivi (anche comparativi) o a participi che inclinano al valore aggettivale: Dio ha fatto l'uomo poco minore che li angeli, Cv IV XIX 7; opera... da li autori poco cercata, III 3; la selva del peccato tant'è amara che poco è più morte, If I 7 (ma cfr. la nota di Pietro: " tantum erat amara quod modicum est plus mors corporalis ", che si presta a essere interpretata considerando più come sostantivato: la morte è " poco di più "); luci [" occhi "]... poco sicure, Pg XXXI 79; poco amendue da l'angel sormontati (XIX 54), superati " di un breve tratto " (Si noti il forte stacco; la stessa determinazione spaziale in XXIX 149). E con ‛ un p. ': quando un poco [" in qualche modo ", " in un certo senso "] confortato fui, Vn XXIII 20 27; Fenno i sospiri Amore un poco tardo, Rime CIV 55; lo mio scritto... fia forse... un poco duro, Cv I III 2; fu la paura un poco queta, If I 19 (e così XXII 76, XXIII 146, Pg XXVII 35); Pd XVI 13 Beatrice... era un poco scevra, " discostata " (analogo a Cv IV XXI 3).
2.2. Tra i verbi cui p. si riferisce, alcuni pongono in particolare rilievo l'accezione di ‛ misura ' insita nell'avverbio: Cv I XI 20 lo pusillanimo... le sue cose crede valere poco, e l'altrui assai, e IV XXI 13; la discendenza di Ugo Capeto poco valea, ma pur non facea male, Pg XX 63; Se dai presenti, fa che vaglian poco, Fiore CLVI 12; e così Detto 47 (più spesso ‛ valere ' è nel senso di " servire ", " avere efficacia ": Fassi dinanzi da l'avaro volto / vertù... / per allettarlo a sé; ma poco vale, Rime CVI 109; Venedico Caccianemico celar si credette / bassando 'l viso; ma poco li valse, If XVIII 47; e ancora XXII 127, Pg XIV 147, Fiore XLVI 4, CXXII 7, CXCVII 8, CCXXI 13. Cfr. anche Cv IV XXIV 5 lo caldo naturale... puote poco). Nello stesso ambito vanno considerati If XVI 79 " Se... sì poco ti costa " / ... " il satisfare altrui... "; Fiore CLXXIV 11 se poco costa, poco il pregerai, e CXC 12; CCXXI 6, e If XIV 70 (ancora con ‛ pregiare '); s'io meritai di voi assai o poco, If XXVI 81; Né l'impetrare ispirazion mi valse / ... sì poco a lui ne calse!, Pg XXX 135 (e cfr. Fiore XXV 7 e LXXVII 3). E ancora, con verbi di significato vario: Rime XCVI 14, Pg I 123, Pd VII 81, e 62 a questo segno / molto si mira e poco si discerne (qui p. potrebbe avere anche il senso di " poca cosa ": cfr. 1.4.); If XXXIV 132; Pg XXI 55 Trema... poco o assai, in relazione all'intensità di un movimento (così anche Pd IV 79 e XVIII 104, con la stessa contrapposizione ad assai; ancora riferito allo spazio, cfr. Vn XV 1, If XVI 91 poco eravam iti, e Pg VII 64; la Terra Santa poco [" superficialmente "] tocca al papa la memoria, Pd IX 126 (‛ toccare un p. ', nel senso di " discutere un po' di ", in If VI 102; cfr. anche Detto 363); Cv II III 2 avvegna che quelle cose... assai poco sapere si possano; III VIII 14 (prima occorrenza), e XV 6; Fiore XXXIV 6 Amor... non mi diè soggiorno assa' né poco; CCXI 4 poco ne fallì, " poco mancò ".
Con ‛ un p. ': Vn XXI 4 12 ella... un poco [" leggermente "] sorride (cfr. Pg IV 122 Li atti suoi... / mosser le labbra mie un poco a riso, e XXII 26); If VIII 88 chiusero un poco [" in una certa misura ", " in qualche modo "] il gran disdegno; e così XI 11, XXXIII 114, Pg IV 116, Cv IV I 8; If I 28 Poi ch'èi posato un poco il corpo lasso, e Fiore CCXXIII 4, dove va colta anche l'accezione temporale, analogamente a Pd XXXIII 74 e Fiore XV 14. Con verbi di movimento, anche figurato: non ti dispiaccia / se Brunetto Latino un poco teco / ritorna 'n dietro, If XV 32 (qui, come in XI 94, non si può escludere né l'accezione anche temporale, né che p. si riferisca a ‛ in dietro ' piuttosto che al verbo); XVII 29, Pg I 29, IX 28; con accezione temporale in II 19. Si aggiunga Fiore CLXV 14.
Come si è detto, con i verbi p. e ‛ un p. ' si trovano spesso adoperati con valore temporale: la brina... assempra / l'imagine della neve, ma poco dura a la sua penna tempra, If XXIV 6; Pg XI 92, Pd XV 18, e VII 126 Io veggio l'acqua... il foco, / l'aere e la terra ... / venire a corruzione, e durar poco; Fiore CCXII 5; Vn III 7 Appresso ciò poco dimorava che...; Pg XXVIII 94 Per sua difalta [l'uomo]... dimorò poco nel Paradiso terrestre (‛ dimorare ' un poco, Fiore CC 3); If XXII 67 I' mi partii, / poco è " poco fa "], da un che...; Pd XXIII 16 poco fu tra uno e altro quando, tra l'uno e l'altro " momento " (e cfr. XX 113, ancora col verbo ‛ essere '); Io nol soffersi [" non resistetti " a guardare il sole] molto, né sì poco, / ch'io..., Pd I 58 (e cfr. VII 16, XXX 145, Pg XXXI 10); la cornacchia, ‛ addobbata con le penne altrui, poco si sostenne (Rime dubbie XXX 8); If XXXI 19, Pg XIX 93; Virgilio di poco star m'avea 'mmonito, If XVII 77 (così Pg XIX 6, mentre in Vn XXIV 8 7 E poco stando meco il mio segnore / ... io vidi monna Vanna [ripreso al § 10], p. vale " da poco "); Rime LXIII 5 quando se' con lui un poco stato, e LXXII 2; If XXII 100 stieno i Malebranche un poco in cesso (qui è possibile anche un'allusione allo spazio: " alquanto appartati "), e XXIII 139, Fiore CLXXI 14 e CLXXXVIII 4; If XIII 79 e Pg XVII 79 (‛ attendere ' un poco); Pd III 67, dove il contesto assicura che ‛ un p. ' non vale " superficialmente ", come in Vn XXI 4 12, citato: Con quelle altr'ombre pria sorrise un poco, / da indi mi rispuose; Rime LXXX 22, If VI 92 e X 41 (con ‛ guardare '); Pd XXV 119 Qual è colui ch'adocchia e s'argomenta / di vedere eclissar lo sole un poco, " imperò che molto non si potrebbe sostenere " (Buti; sembra meno probabile l'interpretazione di chi - per es. Scartazzini Vandelli, Chimenz - riferisce un poco a eclissar invece che a vedere, e pensa a un' " eclisse parziale "). E ancora, con verbi diversi: Rime LX 1, If XIII 57, XX 57, XXXIV 102, Pg II 87 (e Pd XVIII 81), Pg V 48, Pd V 37, sempre con ‛ un p '; si aggiunga Rime CXIV 7 piacemi di prestare un pocolino / a questa penna lo stancato dito.
Per altre determinazioni temporali, cfr. 1.1.
2.3. Tra gli avverbi, anche comparativi, e preposizioni, quello che p. modifica con maggiore frequenza è ‛ più ', specie nel Convivio: dal cominciamento del mondo poco più de la sesta parte è volto (II XIV 13); così III V 14 una rota e poco più (come al § 16), e 18 (due volte); IV XXIV 5 diece anni, o poco più o poco meno (si veda qui anche III V 9 dumila secento miglia, o poco dal più al meno, modulo che si ripete al § 10 e in XI 3); Pg XIX 103, e XXXIII 5 Beatrice... ascoltava sì fatta, che poco / più a la croce si cambiò Maria (da rilevare la posizione in fine di verso, e l'enjambement; in If IV 130 e X 30 si ha un poco più); Pd XVII 65 poco appresso (temporale, come in If XII 37); Vn XXIV 3 poco dopo queste parole (cfr. If VIII 58 Dopo ciò poco). Con riferimento allo spazio: L'un poco sovra noi a star si venne, Pg VIII 31; 'l viso [la " vista "] m'andava innanzi poco, If XXXI 11; sì risposto / poco dinanzi a noi ne fu, Pg XIX 83; Poco più oltre, If XII 115 (e XVII 35, Pg XXIX 43). Con ‛ un p. ': Di lungi n'eravamo ancora un poco, If IV 70 (notevole per la positura della locuzione, divisa fra la fine e l'inizio del verso); porsi la mano un poco avante, XIII 31 (un poco più avante, XVIII 128 e Pg XIII 49); Dianzi venimmo, innanzi a voi un poco, Pg II 64 (e V 23, XXVI 136); additandomi un balzo un poco in sùe, IV 47; Farinata levò le ciglia un poco in suso, If X 45.
2.4. Restano da considerare alcune locuzioni: Poi mi parve vedere a poco a poco [" gradualmente "] / turbar lo sole, Vn XXIII 24 29; e così XXI 8 5, If I 59, XXXI 35 Come quando la nebbia si dissipa, / lo sguardo a poco a poco raffigura / ciò che cela 'l vapor; Pg II 24, XV 142, Pd XXX 13 (in Cv I I 10 sembra prevalere il valore quantitativo: la dolcezza ch'io sento in quello che a poco a poco ricolgo, con allusione a ciò che cade dalla metaforica mensa del sapere). ‛ Per p. ' ha il valore temporale di " da poco " in If XVI 71 Guiglielmo Borsiere... si duole / con noi per poco, mentre è più estensivo in XXX 132 per poco [" manca poco "] che teco non mi risso; e anche: Pg XXV 120 Per questo loco / ... errar potrebbesi per poco, " facilmente ", " per una momentanea disattenzione " (Scartazzini-Vandelli). Significa " da poco " anche la locuzione ‛ di p. ' (Cv IV XV 8 la recente terra, di poco dipartita dal nobile corpo... li semi del cognato cielo ritenea; If IX 25); ‛ in p. ' vale " in breve ": Le gambe con le cosce... / s'appiccar sì, che 'n poco la giuntura / non facea segno alcun che si paresse (If XXV 107).