Po (Pado)
È il più importante fiume italiano; nasce nel Piano del Re ai piedi del Monviso e, dopo un percorso di 652 km, sfocia nell'Adriatico con un ampio delta, nel quale si distinguono cinque rami principali, dai quali si dipartono quattordici bocche.
Il fiume, che ha subìto notevoli trasformazioni nella zona di delta, era d'importanza fondamentale come via di navigazione interna ai tempi di D.: basta ricordare, a proposito, Governolo - If XX 78 - (Salimbene Cronica, ediz. Scalia, p. 701: " De turre de Gubernula, ubi Mantuani a transeuntibus per Padum passagium petunt, cogentes eos prius Mantuam navigare et postea ad Gubernulam remeare "), Marcabò (v.), le opere di arginatura (Villani X 194), la via fluviale creata artificialmente da Bologna al P., che consentiva, per il tramite di questo, di giungere all'Adriatico (Davidsohn, Storia IV II 257), l'importanza di città come Ferrara e Piacenza (pp. 847, 853), e che l'antico porto di Classe comunicava per mezzo di un canale navigabile col fiume.
D. ricorda il P. molte volte, e, quasi sempre, se ne serve per localizzazioni geografiche: così nel passo citato descrive l'affluenza del Mincio nel P.; in If V 98, ove Francesca descrive con una perifrasi i suoi luoghi natali (Ravenna era, allora, più prossima al mare che non oggigiorno; cfr. Benvenuto: " Ravenna, prope mare duo vel tria miliaria, et distat a loco ubi Padus cadit in mare per duodecim miliaria "; Serravalle: " Ravenna situata fuit super mare Adriaticum, prope illum locum ubi Padus descendit "); in Pg XIV 92, ove la Romagna è descritta come la regione compresa tra 'l Po e 'l monte e la marina e 'l Reno; in Pg XVI 115, ove la Lombardia, nell'accezione ampia del tempo di D., è il paese ch'Adice e Po riga (e il P. è il fiume lombardo ove cadde Fetonte [Rime XCV 3], e vedi, appresso, anche Benvenuto); in Pd VI 51 il fiume è usato per indicare le Alpi (o quanto meno il settore della catena nel quale ha origine il fiume), che sono l'alpestre rocce, Po, di che tu labi; in Pd XV 137 Cacciaguida dice che la sua donna veniva di val di Pado (cioè lo dolce piano / che da Vercelli a Marcabò dichina di If XXVIII 75-76), probabilmente da Ferrara (Benvenuto, Ottimo).
I toponimi latini ‛ Padus ' e ‛ Eridanus ' (Benvenuto: " fiume maggiore della Lombardia, che è da' poeti chiamato Eridano "; per Salimbene " Eridanus " è, sembra, il P. di Primaro, che non portava più, però, le acque del P.; cfr. Cronica, ediz. Scalia, p. 697) figurano nelle altre occorrenze: in Ep VII compaiono ambedue, ‛ Eridanus ' al § 11, ‛ Padus ' al § 23, ove il fiume è detto " praecipite "; in Eg I 47 compare ancora ‛ Eridanus ', mentre in Eg IV 67 (Ravenna vi è indicata come situata lungo il litorale a destra del P. e a sinistra del Rubicone) compare ‛ Padus '. Ancora un'occorrenza in Cv IV XIII 13: qui il P. è contrapposto al Tevere, a distinguere i Latini da la parte di Po e da la parte di Tevero.