PLZEŇ (ted. Pilsen; A. T., 59-60)
È la seconda città della Boemia per numero d'abitanti e quarta della Cecoslovacchia (dopo Praga, Bruna, Bratislava), posta nella parte occidentale del paese, a 311 m. s. m., al centro d'una vasta depressione, alta in media 200-320 m., costituita dalle estreme pendici della Selva Boema, della Foresta dell'Alto Palatinato, dell'altipiano di Teplá e dei monti boscosi della Media Boemia. Presso Plzeň confluiscono quattro fiumi (Mže, Radbuza, Úhlava e Úslava), che formano il Berounka, importante affluente della Vlatava. La regione deve la sua origine all'orogenesi varisca che ha piegato i terreni cristallini del Paleozoico antico; la piega è stata poi approfondita e allargata e in parte ricoperta da scisti e argille permi-carboniche, interrotte da faglie a causa dei movimenti cui è andata successivamente soggetta la zona. L'aspetto pianeggiante delle campagne e le condizioni climatiche favorevoli (piogge abbondanti e temperature elevate nei mesi estivi) attirarono già da epoca antica in questi luoghi popolazioni slave, che vi coltivarono grano, orzo, avena, e più tardi anche la barbabietola. Dapprima Plzeň ebbe importanza commerciale, data la sua posizione favorevole presso una raggiera di strade, che conducevano dalla Boemia in Austria, in Baviera e in Sassonia, ricalcate poi dalle principali linee ferroviarie (notevole soprattutto quella che partendo da Vienna passa per Plzeň, tocca le città di cura della Boemia e continua fino a Lipsia). Poi, a partire dalla seconda metà del secolo XIX, il carattere della città è mutato, essendosi iniziata l'utilizzazione delle vicine miniere di carbone (ora quasi esaurite). All'antica industria della birra, di fama mondiale (produzione media annua 1 milione e un quarto di hl.; fabbriche principali Prazdroj, o Sorgente antica, Švetovar e Gambrinus) si aggiunsero le acciaierie (officine Skoda, che occuparono fino a 45 mila operai durante la guerra mondiale e ora 15 mila: fabbriche di armi, di vagoni ferroviarî, di automobili, ecc.), e anche fabbriche di ceramica e cartiere.
La città, che in origine occupava il triangolo presso la confluenza del Mže nel Rabduza e che era cinta di mura quadrangolari (trasformate nella prima metà del sec. XIX in giardini: resto notevole a oriente sulla Prăzská ulice una grande cisterna d'acqua) e aveva al centro una grande piazza (ora Piazza della Repubblica) con la chiesa di S. Bartolomeo (con l'alto campanile, m. 102, costruito dopo l'incendio del 1835) e molte case patrizie conservate soprattutto nel lato meridionale, si è rapidamente allargata e a N., sulla sinistra del Mže, tra bei parchi, è sorto il sobborgo di Sassonia, a S. ed a O. il cosiddetto sobborgo imperiale, a E. il sobborgo di Praga. Le grandiose officine Skoda hanno trovato posto a occidente e accanto ad esse sono sorte case per operai e istituti culturali e sociali. Nel 1924 la città si è aggregato i comuni di Doubravka, Lobzy, Doudlevce e Skvřany. Oggi il comune comprende 44,26 kmq., dei quali 2,81 occupati da case, 1,72 da giardini, 0,81 da parchi, 4,38 da foreste. Gli abitanti, che erano appena 7570 nel 1820, sono aumentati a 25.009 nel 1870, 68.079 nel 1900, 86.407 nel 1918, 114.115 nel 1931. I Tedeschi sono circa l'8%. Le case sono 5664, le abitazioni 33.984. Numerosi sono gl'istituti d'istruzione e notevoli i musei (storico, industriale, d'arte, etnografico).
Monumenti. - La chiesa arcidiaconale di S. Bartolomeo fu iniziata con la fondazione della città, e poi continuata gradualmente; la cappella di Šternberk è del 1510-29; la statua della Madonna del 1400 circa. Il convento francescano risale anch'esso alla fondazione della città. La chiesa di S. Anna è del 1711; il Cisařsky dum del 1665, il palazzo comunale del 1556. Tra gli edifici moderni si possono ricordare il teatro (1899-1902), varî monumentali edifici scolastici, ecc. Notevole la galleria comunale, con quadri dei migliori pittori cèchi.
Storia. - Il castello originario che viene ricordato già dalla fine del sec. X e che era il centro di tutta la regione, non sorgeva sul luogo della città odierna, ma più a sud-est, là dove è situato ora il comune di Stary Plzenec (Vecchio Plzenec). L'odierna città, che da principio fu chiamata Pilsna Nuova, fu fondata soltanto verso il 1290 dal re Venceslao II e fu colonizzata dai Tedeschi. La sua vantaggiosa posizione sulla via su cui si svolgeva il commercio con la Germania, come pure i fiorenti mestieri fecero sì che la città rapidamente crescesse. Ma con l'accrescersi della città aumentava anche l'elemento cèco, che ancora prima delle guerre ussite raggiunse nella città la maggioranza. E nel 1500 fu perfino proibito che nella città immigrassero i Tedeschi, i quali non avessero voluto imparare il cèco. Nella storia politica della Boemia, Plzeň ha importanza come citta la quale svolgeva una propria politica, spesso diversa da quella di tutto il regno. Il principale motivo ne fu l'assoluta devozione alla chiesa cattolica. Così durante le guerre ussite, Plzeň rimase baluardo del partito cattolico e gli ussiti per ben quattro volte tentarono invano di espugnarla. Durante le lotte interne ai tempi di Giorgio di Poděbrady, Plzeň nuovamente si schierò dalla parte papale e divenne rifugio del capitolo di Praga e dell'amministratore cattolico. Nel sec. XVI il luteranesimo riuscì a penetrare nella città, ma infine i cittadini di Plzeň, fra i quali vediamo allora anche numerose famiglie di artisti e artigiani italiani, seppero liberarsene: nel 1579 tutti gli acattolici furono scacciati dalla città. Fedele rimase Plzeň anche agli Asburgo durante tutte e due le rivolte boeme, sia nel 1547, sia nel 1618. In quell'anno fu però espugnata dal conte di Mansfeld e duramente punita; quando però nel 1621 fu nuovamente occupata dall'esercito cesareo, fu dall'imperatore riccamente compensata dei danni subiti. La guerra dei Trent'anni arrestò malgrado ciò lo sviluppo della città, la quale nei secoli XVII e XVIII attraversò un periodo di decadenza. Il nuovo sviluppo cominciò soltanto nel sec. XIX, quando trionfò nuovamente l'elemento cèco, il quale nei tempi precedenti era stato oppresso dai Tedeschi.
Bibl.: J. Strnad, Listář král. města Plzně (Il codice diplomatico della città regia di Plzeň), I-II (1300-1526), Plzeň 1891 e 1905; J. V. Sedláček, Paměti Plzeňské (Le memorie di Plzeň), ivi 1821; M. Hruška e J. Koráb, Kniha pamětní král. krajského města Pizně od roku 775 až 1870 (Il libro di memorie della regia città provinciale di Plzeň dal 775 al 1870), ivi 1883; K. Kern, Pilsen im Mittelalter, Praga 1930; F. Macháček, Dvě studie k dějinám Plzně a Plzeňska (Due contributi alla storia di Plzeň e della regione di Plzeň), Plzeň 1931; Prameny a příspěvky k dějinám města Plzně (Fonti e contributi alla storia della città di Plzeň), I segg. (1883 segg.); Sborník městkého historického musea v Plzni (Bollettino del civico museo storico di Plzeň), 1909 segg.