pluviografo
pluviògrafo [Comp. di pluvio- e -grafo] [MTR] [GFS] Nella meteorologia e nell'idrologia, strumento per registrare l'altezza della precipitazione piovosa, i cui due tipi principali sono: (a) p. a galleggiante: è costituito (fig. 1) da un imbuto collettore che avvia la pioggia cadente in un recipiente provvisto di un galleggiante collegato a una punta scrivente su una zona di carta avvolta su un tamburo animato di moto rotatorio uniforme mediante un motore a orologeria o elettrico; quando l'acqua nel recipiente raggiunge un certo livello (tratteggiato nella fig. 1), s'innesca automaticamente un sifone che scarica il recipiente, e così via; (b) p. a bilancia o ad altalena: la pioggia raccolta è avviata da una guida in una delle due parti in cui è divisa una camera oscillante (fig. 2); allorché la parte della camera che si trova sotto lo sbocco del collettore ha raccolto una certa quantità d'acqua (per es., 20 g), il serbatoio si sposta sull'altra posizione; mentre si riempie la seconda parte della camera, la prima si vuota in un serbatoio di scarico; in definitiva, il serbatoio compie una serie di oscillazioni, a ognuna delle quali corrisponde la ricezione di una determinata quantità d'acqua; il moto oscillante della camera agisce, mediante un meccanismo a scappamento con ancora, su una ruota dentata che, con un eccentrico di forma opportuna, fa muovere una pennina scrivente su un tamburo rotante. L'uno e l'altro tipo sono realizzati con numerose varianti e modernizzati mediante dispositivi elettronici; in partic., esistono p. con registrazione a distanza, l'apparato registratore essendo in tali apparecchi sostituito da un adatto trasduttore che genera segnali elettrici avviati su una linea di trasmissione verso la stazione di registrazione (si parla allora di telepluviografi o telepluviometri); a questa stazione affluiscono in genere i segnali di un certo numero di strumenti, costituendosi così una rete pluviografica, o pluviometrica, in telemetria centralizzata.