PLUTOCRAZIA (da πλοῦτος "ricchezza" e κράτος "potere")
Significa letteralmente potere della ricchezza e, nel linguaggio politico, preponderanza nella vita pubblica delle classi o degl'individui che si trovano in possesso della ricchezza mobiliare, e più propriamente, secondo la corrente accezione, predominio politico dei finanzieri, banchieri, borsisti e in genere uomini d'affari.
Per quanto non manchino anche nell'epoca antica esempî di tale prepotere della ricchezza, la plutocrazia è un portato dell'odierno capitalismo, il quale ha raggiunto, specialmente nell'ultimo periodo del suo sviluppo, maggiore potenza e interferenza coi poteri pubblici. Approfittando della loro potenza economica i plutocrati sono portati ad accaparrarsi i ganglî vitali dell'organizzazione politica per servirsene a beneficio dei proprî gruppi. Il che è maggiormente pericoloso quando sia aumentata l'ingerenza dello stato nel campo economico, giacché a questa aumentata ingerenza dello stato corrisponde una maggiore possibilità da parte dei gruppi plutocratici di piegare e sfruttare in proprio vantaggio gl'interessi e le risorse generali del paese.
Si tratta di prevalenza pericolosa d'interessi particolaristici, che, mentre si combattono all'interno dello stato, perturbandone e corrompendone la vita, non esitano poi ad allearsi con corrispondenti gruppi stranieri, unicamente allo scopo di far meglio prosperare i proprî affari. E può anche verificarsi lo strano fenomeno che tali gruppi si dimostrino pacifisti e si servano all'interno delle ideologie umanitarie per mantenere il potere, e alimentino contemporaneamente nel campo internazionale le cause di guerra.