PLUTO (Πλοῦτος, Plutus)
Era questo, presso i Greci, il nome di un antico dio di carattere agrario, il quale, secondo la Teogonia esiodea, sarebbe stato figlio di Demetra e di Iasio (Theog., 969-974). Come dio agrario, ebbe stretti legami col mondo sotterraneo, e si capisce quindi come nei culti di Eleusi egli appaia in sostanza come una sola persona con Plutone (Πλούτων), lo sposo di Kore. Il nome P., indicante la ricchezza, fu dapprima limitato al concetto della prosperità dei campi, ma poi si estese a quello d'ogni forma di benessere. e andò sempre più accrescendo il suo valore simbolico e augurale. Vediamo così, nel sec. IV a. C., P. rappresentato come un bambino accarezzante Irene (la Pace) nel celebre gruppo di Cefisodoto; mentre le Ore, la Fortuna, la Vittoria e altre consimili creature della mitologia vengono sempre più frequentemente messe in rapporto col dio della prosperità. Aristofane con la sua commedia Πλοῦτος contribuì moltissimo alla formazione e all'evoluzione di un tipo comico di P., concepito di solito come un vecchio cieco, il quale con molta ingiustizia distribuisce agli uomini i suoi doni.
Bibl.: J. Toutain, in Daremberg e Saglio, Dictionnaire des antiquités grecques et romaines, s. v. Plutus; Eisele, in Roscher, Lexikon der griech. und röm. Mythologie, III, col. 2522; U. v. Wilamowitz, Der Glaube der Hellenen, II, Berlino 1932, p. 160.