PLUTARCO (Πλούταρχος, Plutarchus) di Atene
Pensatore greco, vissuto tra il IV e il V sec. d. C. Figlio di Nestorio, fu l'iniziatore della scuola neoplatonica d'Atene, poi resa illustre soprattutto da Proclo, scolaro del suo scolaro Siriano: scuola che proseguiva la tradizione metafisica del neoplatonismo plotiniano e di quello siriaco. Tenne la carica di scolarco fino alla morte, avvenuta in tarda età nel 431-2; e gli successe il discepolo Siriano. L'influsso dell'insegnamento di P. si estese anche alla scuola neoplatonica alessandrina; Ierocle d'Alessandria fu infatti suo discepolo. La venerazione che per P. ebbe la posteriore tradizione neoplatonica (che lo chiamò il "grande" o il "mirabile") dovette peraltro essere più tardi offuscata dalla maggior fama dei suoi successori Siriano e Proclo: altrimenti non si spiegherebbe l'estrema scarsezza dei documenti superstiti del suo pensiero a paragone di quelli riferentisi agli altri rappresentanti della stessa scuola.
Nessuna sua opera è superstite: da menzioni posteriori risulta bensì che compose commentarî a dialoghi platonici e al De anima di Aristotele. Anche per quello che concerne le sue concezioni filosofiche assai poco si può rilevare dalle testimonianze più tarde: nel complesso, pare che egli non si allontanasse molto dalla dottrina plotiniana delle ipostasi, e che si adoperasse alla conciliazione dell'aristotelismo col platonismo, cercando, p. es., di fondere la teoria aristotelica dell'intelletto con quella della reminiscenza.
Bibl.: G. Zeller, Philosophie d. Griechen, III, ii, 5ª ed., Lipsia 1923, pagina 805 segg.