plurimediale
(pluri-mediale), agg. Che si esprime mediante l’uso di codici e di canali di comunicazione diversi.
• «sono allo studio nuovi progetti editoriali. Non saranno giornali di stampo tradizionale ma pluri-mediali. Perché ormai bisogna ragionale solo su sistemi declinati su più piattaforme; carta, mobile e internet» (Maurizio Costa intervistato da Andrea Montanari, Milano Finanza, 12 febbraio 2010, p. 1, Prima pagina) • Nel romanzo plurimediale la scrittura è diventata solo uno dei codici, e certo non il più importante. Ma tra i nuovi padroni dell’immaginario c’è chi riesce a mescolare strumenti diversi rispettando il territorio della letterarietà. (Simonetta Fiori, Repubblica, 2 luglio 2015, p. 35, Cultura) • Brescia sarebbe stata insignita poi della medaglia d’argento per il suo impegno e la sua partecipazione alla Resistenza. E queste colonne, nello scorrere del tempo, hanno saputo interpretare e rideclinare quel codice genetico originario secondo una sensibilità culturale e sociale concorde con quella principale della comunità bresciana sapendo anche essere, al contempo, l’organo di stampa (e poi quello plurimediale) di tutte le persone che credono nella democrazia e nella politica come occasione di crescita insieme. (Massimiliano Panarari, Giornale di Brescia, 25 aprile 2017, p. 7, Commenti e opinioni).
- Composto dal confisso pluri- aggiunto all’agg. mediale.
- Già attestato nella Repubblica del 6 maggio 1986, p. 25, Spettacoli (Roberto Nepoti).