Vedi PLOVDIV dell'anno: 1965 - 1973 - 1996
PLOVDIV (v. vol. VI, p. 253 e S 1970, p. 627)
Un'intensa attività edilizia nel centro dell'odierna P. e la costruzione di nuove strade hanno portato negli ultimi decenni alla scoperta di numerose tracce della vita di questa città, riferibili al I millennio a.C. e soprattutto all'epoca romana. Si può così ora affermare con sicurezza che l'abitato si estendeva oltre i tre colli già prima dell'arrivo dei Romani in Tracia e che la città bassa era impiantata secondo il sistema ortogonale, con strade diritte, che si tagliavano ad angolo retto con inclinazione di 16° in direzione NE-SO, formando insulae rettangolari con lato lungo sull'asse E-O. Tra le scoperte più importanti si possono ricordare quelle della porta orientale della città, del complesso del foro, del teatro, delle basiliche paleocristiane, di una sinagoga, di abitazioni, degli acquedotti.
La porta orientale è stata localizzata nei pressi dell'odierna Piazza Car Šišman. Nel II sec. essa era formata da un solo fornice; nel IV sec., periodo in cui le mura subiscono alcune modifiche, si trasforma in porta a tre fornici, a cui conduceva una strada larga 13,20 m, con marciapiedi su entrambi i lati e un colonnato di marmo in stile romano-corinzio.
Il complesso del foro si trova al centro della città antica, sulle rovine di un macellum. La sua costruzione comprende tre fasi edilizie, le quali corrispondono alle tre fondamentali tappe dello sviluppo urbanistico di Philippopolis. Nei tre periodi edilizi il complesso del foro conserva la sua disposizione e cambia soltanto gli ordini e i livelli. Il foro era circondato su tre lati da botteghe, sul quarto, quello N, dagli edifici pubblici principali, oggi in corso di scavo. Nell'angolo NO si ergeva l'edificio dei tesori; due frammenti del fregio-architrave con iscrizione in latino ne collocano la costruzione nel 183-184 d.C., cioè all'epoca di Commodo.
Il teatro (restaurato) si trova nel punto in cui il Taksim-tepe e il Džambaz-tepe si incontrano. Fu costruito nel 108-114 d.C., sotto Traiano, con alcuni evidenti influssi dell'Asia Minore; presenta 24 file di sedili divise in due parti dal diàzoma e sei settori radiali separati da ripide scale. Ci sono due pàrodoi laterali e una centrale a N. La capienza è di 5.000 spettatori; sui sedili sono incisi i nomi delle sette phylài della città.
Una delle basiliche paleocristiane, edificata nel V sec. e distrutta alla fine del VI, può considerarsi la più grande tra quelle finora note in Bulgaria, e uno dei più imponenti edifici di culto dell'impero di Bisanzio.
La sinagoga, costruita nel III sec. d.C., rimase in vita con alcuni rifacimenti sino al VI. Il pavimento della sala delle preghiere è ricoperto da un mosaico, su cui sono raffigurati due simboli religiosi ebraici, la mĕnorā (candelabro a sette braccia) e il lulab (ramo di palma); vi sono riportati i nomi dei fedeli che hanno finanziato la decorazione dell'edificio: Giuseppe e Isacco.
Spaziose abitazioni nella città bassa hanno restituito ricchi mosaici pavimentali. In una casa con peristilio è rappresentato un busto femminile, che un'iscrizione in lingua greca identifica come Ειρήνη; in un'altra, nell'emblema del mosaico pavimentale, si ricorda la leggenda di Narciso.
Philippopolis era munita di un buon sistema di acquedotti, che le assicuravano c.a 43.000 m1 di acqua al giorno; l'acqua giungeva dal Rodope mediante due acquedotti e un canale di terracotta. Gli acquedotti si snodavano parallelamente a una distanza di 30-40 m l'uno dall'altro. Quello situato più a O, alto 11,40 m, è stato riportato alla luce per un tratto di 600 m; la parte meglio conservata è stata restaurata ed esposta al pubblico.
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Architettura: C. Djambov, M. Matheev, Observation archéologique sur l'ensemble du forum de Philippopolis, in Pulpudeva, I, 1976, pp. 135-152; iid., Forumkhjat kompleks na Filipopol («Il complesso del foro di Filippopoli») in ArkheologijaSof, XXIII, 1980, 3, pp. 47-56; L. Botušarova, Razkopkite na teatära na Filipopol («Gli scavi del teatro di Filippopoli»), in Muzei i Pametnici na Kulturata, I, 1980, pp. 11-13; T. Ivanov, R. Ivanov, Aedes thesaurorum na Filipopol («Aedes thesaurorum di Filippopoli»), in ArkheologijaSof, XXIII, 1981, 1-2, pp. 20-28, E. Kesjakova, Antilna sinagoga väv Filipopol («Antica sinagoga a Filippopoli»), ibid., XXXI, 1989, ι, pp. 20-33.
Mosaici: V. Tankova, Kđsnoantična mozaika ot Filipopol («Mosaico tardoantico di Filippopoli»), in ArkheologijaSof, XXII, 1980, 2, pp. 27-35.
Acquedotti e sistema di canalizzazione: E. Kesjakova, Akveduktite i vodo- snabdnjavaneto na Fiìipopol («Acquedotti e canalizzazione di Filippopoli»), in ArkheologijaSof, XXV, 1983, 1-2, pp. 63-76; ead., Vodosnabdnjavaneto na Fiìipopol prez rimskata käsnoanticna epokha («La canalizzazione di Filippopoli in epoca tardoantica»), in Sbomik 100 god. NAMPl, II, 1985, pp. 114-126.