PLEURITE
. È l'infiammazione della pleura ed è generalmente secondaria, un'infiammazione a localizzazione primitiva sulla pleura essendo ammessa soltanto quando tiene dietro a traumi sul torace, per es. a una ferita penetrante, a una frattura delle coste. Si parla di pleurite secca quando il processo infiammatorio porta a una deposizione fibrinosa più o meno estesa, che può essere, dopo alcuni giorni, riassorbita, oppure organizzarsi in tessuto connettivo con la conseguenza d'un saldamento dei due foglietti pleurici fra di loro e quindi d'un'aderenza del polmone con la parete toracica, rispettivamente con il diaframma. Sí parla di pleurite essudativa quando si ha formazione d'un essudato liquido che può essere sieroso, purulento, emorragico, icoroso.
Le cause più frequenti della pleurite sono le malattie del polmone, in primissimo luogo la tubercolosi. L'esistenza d'una pleurite reumatica primitiva è generalmente ora posta in dubbio; anche quando è evidente l'intervento di cause perfrigeranti, la pleurite si deve ritenere di natura tubercolare, quando non è secondaria a una polmonite (pleurite metapneumonica), oppure anche a un'angina che può decorrere magari così spoglia di sintomi da rimanere inavvertita. La pleurite tubercolare rappresenta la metà circa della totalità dei casi. Altre cause di pleurite, dopo la polmonite e l'angina ora ricordata, sono le malattie generali da infezione, specialmente la setticemia, la poliartrite reumatica acuta, il tifo addominale, l'influenza. La glomerulonefrite, alla sua volta spesso secondaria a un'angina, le malattie infiammatorie o neoplastiche della parete toracica, della mammella, del mediastino, del peritoneo e degli organi che vi sono contenuti, possono pure essere causa d'una pleurite. Quando varie cavità sierose, pleura, peritoneo e magari anche il pericardio, sono colpite contemporaneamente o successivamente, si parla di polisierosite. La causa più frequente, ma non unica, della polisierosite è la tubercolosi.
La pleurite secca si palesa quasi sempre con un dolore più o meno forte che corrisponde al punto malato della sierosa, di solito sui lati del torace; il dolore si rende più intenso nelle respirazioni profonde o nei colpi di tosse. Oggettivamente si odono rumori di sfregamento che corrispondono all'in- e all'espirazione e anche ai movimenti del cuore quando è coinvolta nel processo anche quella parte della pleura che ricopre il pericardio (sfregamenti ex trapericardici). Quando la pleurite secca è localizzata in corrispondenza del diaframma e della porzione basale del polmone (pleurite diaframmatica), il dolore viene avvertito nelle inspirazioni, cioè quando il diaframma si contrae, e nella deglutizione, cioè quando il bolo alimentare traversa l'esofago nel punto in cui questo alla sua volta traversa il diaframma. La tosse accompagna spesso senza escreato e molto molesta per la sua insistenza, la pleurite secca.
La pleurite essudativa è molto più ricca di manifestazioni climiche soggettive e oggettive che non la secca. Non potendo entrare nei particolari delle medesime, basterà dire che esse dipendono dalla quantità del liquido che si raccoglie nel cavo pleurico, dalla rapidità con cuí la raccolta si forma e dalla natura del liquido essudato. Quando l'essudato è sieroso, poco abbondante e si raccoglie lentamente, i sintomi locali possono dimostrarsi così lievi da essere appena avvertiti, mentre i generali, la febbre, il senso di malessere, di prostrazione delle forze, possono alla loro volta rimanere contenuti entro limiti molto discreti d'intensità. In non rari casi, la malattia s'inizia, si svolge ed esita con e anche senza aderenze, con una tale mitezza di sintomi da non essere nemmeno diagnosticata. Un tale comportamento dà la spiegazione della frequenza con cui si rinvengono all'autopsia opacamenti e più spesso ancora aderenze pleuriche più o meno diffuse, quando l'anamnesi è muta nei riguardi d'una pregressa pleurite.
Quando il versamento va aumentando e arriva superiormente all'angolo e più su ancora, fino alla spina della scapola, si ha una serie di segni fisici che dipendono dalla compressione che il liquido esercita sul polmone il quale viene allontanato dalla parete toracica e sospinto, privo d'aria, in alto e all'indietro all'angolo costovertebrale. La metà del torace colpita si presenta così più espansa della sana, immobile o quasi nel respiro, mentre alla palpazione risulta sulla medesima mancante la trasmissione del fremito della voce, alla percùssione un'ottusità assoluta, massime verso il basso e all'ascoltazione silenzio assoluto del respiro, oppure questo alterato in quella speciale maniera che si dice "respiro bronchiale". Nei versamenti abbondanti, massime se formatisi rapidamente, si può avere spostamento degli organi mediastinici verso il lato sano e dispnea più o meno pronunciata. I sintomi generali, la febbre compresa, non si presentano mai accentuati o minacciosi, se non quando la malattia dura da molto tempo e quando il versamento è purulento o da sieroso si trasforma in purulento, a parte, si capisce, l'influenza che vi può avere la malattia che ha dato origine alla pleurite: polmonite, tubercolosi, setticemia, influenza, ecc.
Il comportamento dei sintomi generali e quello dei segni fisici attentamente indagati, eventualmente il risultato d'una puntura esplorativa, renderanno sempre la diagnosi sicura per quanto riguarda la natura dell'essudato e anche la possibilità d'una sua concamerazione, oppure d'una sua localizzazione in un solco interlobare (pleurite interlobare). Quest'ultima circostanza si verifica in generale in seguito a polmonite.
La cura della pleurite, finché questa non esorbita con la sintomatologia generale e con quella topica, avrà di mira di tenere sempre deste le forze e buone le condizioni generali del malato; del resto frizioni locali con iodio, oppure impacchi senapati, termoforo, ecc. Oppiacei contro la tosse quando è molto molesta, diuretici per favorire il riassorbimento del liquido. L'eliminazione operatoria dell'essudato (toracentesi) è indicata quando la raccolta è molto abbondante e ostacola la funzione del polmone; anche piccole raccolte meritano di essere evacuate quando durano da tempo senza accenno a risoluzione. Nel caso di raccolte purulente occorre intervenire con la resezione d'una costola, non essendo bastante la semplice toracentesi allo scopo di evacuare il contenuto del cavo pleurico e di permettere una pronta riespansione del polmone.