PLETISMOGRAFIA (dal gr. πληϑυσμός "aumento" e γράϕω "scrivo")
Se s'introduce, a tenuta, u̇n braccio in un vaso cilindrico ripieno d'acqua e provvisto di un tubo manometrico, ogni aumento o diminuzione di volume dell'arto produrrà uno spostamento nel livello del manometro. Collegando poi lo stesso vaso con un registratore grafico si otterranno tracciati (pletismografia e pletismogrammi) nei quali sarà rappresentato ogni mutamento di volume avverantesi nell'arto racchiuso. Ora siccome le transitorie modificazioni del volume degli organi avvengono per effetto di modificazioni (vasomotorie) del loro contenuto di sangue, così con siffatto metodo di ricerca è possibile giudicare le oscillazioni del contenuto di sangue nelle estremità e quindi dell'ampiezza dei vasi sanguigni sotto l'azione di stimoli diversi. Se il dispositivo grafico possiede sufficiente finezza, si potranno riconoscere sui tracciati, oltre ai lenti mutamenti del volume dell'arto (polsi di volume) anche oscillazioni sincrone col polso. Oltre che per lo studio delle modificazioni vasomotorie del volume degli organi (A. Mosso, É.-J. Marey) il metodo è stato adoperato (associandolo al metodo della fistola pericardica nel cane curarizzato) per studiare le oscillazioni del volume totale del cuore nelle varie fasi della sua attività (L. Luciani, G. F. Frank, A. Stefani).